Hai scritto: "Oggi è uno di quei giorni in cui avrei fatto volentieri 6-7 ore di cammino su sentieri impervi, tra le rocce taglienti come coltelli del mio entroterra, a picco sul mare, o in mezzo alle montagne, o su un altopiano verde di erba che ricomincia a venir su. In quegli spazi che riempiono l’anima di odori di ginepro, o di asfodelo, o coi funghi che nascon come funghi, con la mia vista che sente il passo, guarda in basso, il cervello che ascolta il battito del cuore e il frullo delle ali di un rapace che ti passa ad un metro, e fai in tempo solo a vedere l’ombra del fruscio. ..."
Amico mio, sono "fasi" in cui solo il vuoto può ridarci l'energia che ci occorre, ma non sempre possiamo liberare le nostre stanze da quel che le rende inabitabili. E allora aiuta anche solo stare di fronte al mare o salire a piedi al Monte Gonare. Oppure come hai fatto tu, ora: cercare una dimora nelle parole che ancora riusciamo costruire, lungo il bordo del giorno. ...
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