27 gennaio 2021

Nelle maglie della storia

Berlino si è trovata a lungo impigliata nelle maglie della storia: culla di una rivoluzione, centro nevralgico del nazismo, distrutta dalle bombe, divisa in due e poi riunita. E tutto ciò solo nel XX secolo. Una città che non nasconde nulla e che di tutto conserva i segni nelle sue strade e monumenti, sicché se anche vorresti non vedere, vedi. Nulla omette e niente dimentica. Ti conduce nei punti piú atroci della sua storia e della storia mondiale anche quando stai lasciando mondi di bellezza e non vorresti più pensarci. Accade quando esci dal Gropius Bau, ad esempio: per andare dall'altra parte della strada ti costringe ad attraversare l'area esterna della Topografia del Terrore. E accade in diversi punti lasciando il meraviglioso parco Tiengarten, e chissà dove altro ancora. Io ci sono andata per scelta in cerca di queste tracce, con Giulia, consapevolmente, come si dice: al Memoriale per le vittime della Shoah, al Museo ebraico. Non ho scattato fotografie, ancora per scelta, eccetto queste tre che pubblico. Ho scattato in particolari istanti, per reagire al disagio fisico volutamente provocato dalle architetture.

"Affrontare l’Inimmaginabile della Shoah vuol dire rapportarsi a immagini frammentate, precarie, clandestine, eppure resistenti, che ci giungono come testimonianza di un evento che lascia attoniti. Quelle immagini rivelano un grande potere evocativo proprio in virtù della loro incompletezza. Ci dicono di più, però, se ne accettiamo il limite, su cui converge anche il limite dello sguardo. Si tratta di cogliere in esse ciò che non è dato vedere. Là dove non è più sufficiente un’analisi formale delle immagini, si impone la capacità del nostro sguardo di connettersi a un controcampo immaginario, invisibile e irrappresentabile. Su questo vuoto si fonda una più attuale esperienza della visione".
Da "L'Inimmaginabile della Shoah" di Iaia Perrelli, Doppiozero, 27 gennaio 2021.

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