Che giornata strana, almeno mi fosse venuto il desiderio di fotografare una pianta, un ciottolo, la pagina di un libro, la scogliera, una stupida vela, il bicchiere sul tavolino della terrazza di Sting. La chiamiamo così, la terrazza di Sting, da quel giorno di tanti anni fa che v'incontrammo Sting, nella terrazza di Sting, e incontrandolo un'altra volta, in una giornata così, forse, almeno, fotograferò di nascosto il bracciale d'argento indiano che porta al polso. Un polso abbronzato, quello destro, un po' più del sinistro, o è l'effetto dell'argento sulla pelle ramata. Anche a me piace sempre, in estate, portare bracciali d'argento, ma sempre e soltanto al polso sinistro. Oggi niente bracciali, nessuna foto. Certo, i polsi sono abbronzati quasi tutto l'anno, ma non tutti i giorni sono strani come questo: le cose, tutte mi sono scivolate tutte addosso. Forse avrei voluto due parole per poterne sentire lo spessore, qualcosa tipo ciao, come stai?, ma non sono arrivate e credo mai, perché oggi, finalmente, realizzo che non sono le cose a non avere più spessore: sono io che scompaio.
2 giugno 2017
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