Su trenu, chi dae prus de un'ora andavat costa-costa a su rivu minore e craru, achiat una curva prena 'e arvules, sa curva 'e unu...
No, dàì, facciamo che copio la traduzione in italiano di Hilia Brinis, così potete leggere tutti, o tutti quei pochi che ancora, tra una navigazione e l'altra, attraccano talvolta anche qui la loro barchetta sballottata dalla tramontana. Dicevo?... Ah, sì.
"Il treno, che da più di un'ora costeggiava il corso di un piccolo fiume limpido, percorse una curva boscosa, fece udire un fischio e, sbuffando placidamente, proseguì verso una cittadina ai piedi di una montagna.
In uno scompartimento, un uomo che aveva esaminato ciascuna località lungo il percorso, accostò ansiosamente la faccia al finestrino. Mutò espressione e smise di mordicchiarsi nervosamente le unghie. Un lungo, elettrizzante brivido di piacere lo percorse da capo a a piedi, perché sentiva che quella cittadina, da lui mai vista prima, era proprio il luogo che cercava.
Sotto il cielo coperto il posto si presentava piuttosto monotono, eppure anche cordiale e accogliente, poiché sembrava che si fosse stabilito al limitare della ferrovia per comodità di chiunque avesse intenzione di scendervi. Vide una chiesa, un tribunale e un viale principale che, parallelo ai binari, presentava ogni genere di negozio di cui una persona potesse avere bisogno. Al di là di quell'aperta e ospitale facciata si allineavano graziose case a due piani, incastonate in un verde che a sua volta si fondeva con quello di montagne ancor più verdi o verde-azzurro, che sembravano estendersi a perdita d'occhio.
Posò sulla base del finestrino tutte e dieci le dita, pulite e un po' gonfie in punta, dove le unghie apparivano pressocché divorate, come a suonare l'accordo finale di una tormentata sinfonia. Stava quasi per gettarsi in ginocchio e mormorare 'Dio ti ringrazio!' quando udì un rauco 'In vettura!' proveniente dal marciapiede.
Con la valigia stretta sotto il braccio, si precipitò lungo il corridoio e, raggiunti gli scalini, urtò il capotreno.
'Io scendo!' disse, e balzò giù dal treno che già si muoveva.
Il treno proseguì verso nord, portandosi via le impronte delle sue dieci dita sulla scabra base di un finestrino."
Patricia Higtsmith, incipit del racconto Mattinate radiose, in Uccelli sul punto di volare, traduzione di Hilia Brinis, Bompiani, Milano 2002, pp. 5-32.
Jean-Luc Mylayne |