15 luglio 2011

Macallé

Nei grandi pannelli esposti all'Aquario di Cala Gonone in questi giorni, esalta (manco a dirlo) l'elemento marino, "corridorio" blu elettrico che non divide il mondo. Gli squarci che vi appaiono non danno, infatti, le suggestioni di quelli più noti di Lucio Fontana. Antronio Secci, l'artista che li ha ralizzati, è nato a Dorgali nel 1944. Spinto dagli artisti Gianni Dova e Guy Haloff lascia la Sardegna nel 1966 per trasferirsi a Milano, dove frequenta la scuola degli Artefici di Brera, conoscendo Lucio Fontana e Roberto Crippa, di cui divenne il principale collaboratore. Viaggia per studio in Francia, Svizzera e Stati Uniti e realizza due opere a quattro mani con Crippa. Dai primi anni Settanta la sua ricerca lo porta a creare superfici materiche lacerate da tagli irregolari e linee rette che evidenziano l'epidermide cromatica della pittura, animate da forti contrasti di colore. 
Attualmente Antonio Secci vive e lavora a Cala Gonone; è magrissimo, ha una faccia bella e bruciata dal sole come quella dei primi pescatori della frazione marina, che provenivano da Ponza (i dorgalesi, sino a 60, 70 anni fa, erano tutti pastori e avevano paura del mare). Il rione del piccolo porto, ora chiamato anche Il gabbiano (dal nome di un hotel), alle sue origini era Macallé, fondato agli inizi del Novecento dai pescatori di Ponza, appunto. Inncontrai per la prima volta lì, Antonio, e lo scambiai per un pescatore. Iniziò a raccontarmi di sé davanti a un bicchiere di Filieri fresco.

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