8 aprile 2011

Antoni e Diagne



Antoni Cuccu, senza saperlo, era un editore. Trascriveva e stampava le gare poetiche della Sardegna e vendeva i libretti nelle feste paesane. Prima di morire ha lasciato in eredità il mestiere a Tediane Diagne, un migrante senegalese che conobbe, ormai anziano, il giorno che un tappettino di orecchini e braccialetti si aprì accanto alla sua valigia. Diagne, ricordando il suo vecchio amico, lo chiama ancora "babbu". Se siete fortunati, le sere d’estate e sino a novembre inoltrato, nelle feste che si rincorrono da Santa Maria Navarrese a Tonara, non è difficile incappare nel suo banco di libri: ne ha di bellissimi.


 Antoni Cuccu. Fotogramma tratto da "La valigia di Tidiane Cuccu", di Antonio Sanna e Umberto Siotto, ArKaosfilm, 2009.

2 commenti:

danmatt65 ha detto...

Come ti ho detto, le strade di questo Mondo ci portano via, sempre.
Chissà che una che percorro, prima o poi, non incroci questa.

bianca ha detto...

Mi scuso con chi ha lasciato i propri commenti nel post con titolo omonimo, che sostituisco con quest'altro.
@ amerblog: la foto di Pablo Volta (qui in versione “integrale”: http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4461&id=85417) ritrae non tziu Cuccu, bensì Raffaele Guria, di Fonni, che faceva selle. La tzia con la valigia è Anna "Carcione" moglie di Bachisio Falconi che vendeva il poema del marito "innocente" in carcere.