9 maggio 2021

S'artareddu

Negli anni sessanta e sino ai primi settanta del secolo scorso, quando ero bambina io, la festa della mamma non esisteva, almeno non a casa nostra. Maggio era invece "il mese di Maria", ci dicevano le grandi, cioè la maestra, la catechista, le madrine, le zie materne. Sicché, con la mia amichetta d'infanzia e di vicinato Lina, che purtroppo non c'è più, a maggio andavamo a raccogliere fiori di campo per fare l'altare alla madonnina di maggio, in Piazza 'e Cumbentu. 
Era un gioco bellissimo. Rivestivamo di carta colorata un fustino vuoto di detersivo per lavatrice, conservato con cura all'uopo; chiedevamo alle nostre rispettive mamme, Maria Itria e Caterina, dei centrini fatti all'uncinetto per addobbarlo, collocandovi poi sopra dei barattoli di vetro pieni di fiorellini di campo raccolti nel sentiero ai piedi della collina di Santu Paulu. Chiamavamo il coloratissimo allestimento s'artareddhu (l'altarino).
Io lo faccio ancora, usando una seggiolina vecchissima che non ho il coraggio di buttare. Lo faccio per poesia.
 

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