10 marzo 2021

I cavallini di Antine

Costantino Nivola concepiva un’arte non avulsa dalla società e comunque mai sterilmente in contrapposizione. Riponeva una grande fiducia nei valori estetici come elemento capace di attenuare i contrasti sociali e gli era estranea quella che definiva "la poetica della desolazione americana". Tuttavia, in questa sua idea "non c’era nessuna retorica consolatoria – ha scritto Giuliana Altea, storica dell'arte, docente, critica, presidente della Fondazione omonima –, nessuna enfasi sulla bellezza che redime: era la stessa naturale ricerca di semplicità e armonia che l’artista applicava all’esistenza quotidiana, rispecchiata per esempio dalla cura che riservava alla propria casa, anche quando questa era molto modesta".
Ciò detto, quel che invece è accaduto qualche giorno fa a New York, dove il playground delle Wise Towers realizzato da Costantino Nivola e Richard Stein nel 1964 (il più grande progetto pubblico di Nivola a New York) è stato distrutto "per dare vita a un progetto di rinnovamento dell’area", è emblematico di quanto la concezione estetica nivoliana non sia invece penetrata nella società americana. "I cavallini di Nivola, ispirati ai cavalli a dondolo dell’infanzia e alla statuaria orientale, sono stati rimossi, le gambe spezzate da colpi di mazza", leggiamo nella nota emanata dalla dirigenza del Museo Nivola di Orani.
Per stare alla metafora, mi pare peggio che se invece di pulire e restaurare una casa storica di pregio la si fosse voluta radere al suolo. È sconcertante.
A questo punto mi pare legittimo domandarsi se c'è qualche possibilità di avere in Sardegna i cavallini che quelle verdi praterie americane non hanno saputo meritarsi...
E noi, siamo sicuri di meritarceli?
Anch'io voglio avere "nivolianamente" fiducia e dico di sì, seppure – pensando a certe trascuratezze nostrane – annuisca tremando. Li aspettiamo.

Nessun commento: