"Non
avevo altri esempi di arte figurativa nel paese dove sono nata e
cresciuta. C'erano i tappeti che le donne tessevano copiando gli stessi
motivi da generazione in generazione e i pizzi e i loro pani delle
feste, ma ero incuriosita dai contorni delle rocce, dai fili d'erba e
soprattutto dai grandi vuoti, dal senso infinito di quei paesaggi
vastissimi. Questi mi condizionavano in modo che può sembrare
contraddittorio: infatti, da quello spazio immenso mi sentivo
imprigionata. Avevo la necessità vitale di inventare nuovi spazi."
Da un'intervista di Giuseppe Dessì a Maria Lai, [s.a.]
Maria Lai, Pastorello con capretta, Ulassai (2005) |
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