Sentirsi come i gatti, che vivono beati perché non se ne fregano un cazzo di nessuno, badano solo alla ricerca della loro posizione perfetta e soddisfacente sul territorio. Per questo sono così odiosi i gatti. Hanno risolto il problema senza neanche conoscerlo. Un privilegio inaccessibile agli esseri umani.
Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione, Feltrinelli, Milano 2010, p. 214.
Mentre mi recavo in biblioteca per riportare i prestiti di tutta la famiglia, ho aperto una pagina a caso di questo libro di Sorrentino (il regista cinematografico, sì), che io non ho letto – ce l'aveva P. – e l'occhio mi è caduto sulla frase che ho ricopiato quassù. Contrariamente a Paolo Sorrentino io non odio i gatti, tutt'altro: da bambina li amavo, soprattutto i figli della gatta di mia madre (che tuttora li adora). La gatta domestica era perennemente gravida e quando partoriva gran parte dei mici - dopo qualche giorno dalla loro venuta al mondo (non so dire esattamente quanto tempo dopo, ma abbastanza perché noi bambini ci affezionassimo) - sparivano. I neonati che mia madre non riusciva a regalare venivano uccisi da qualcuno. Non so da chi, non l'ho mai capito. Non da mia madre, ne sono certa, e credo nemmeno mio padre. A ogni modo risparmio i dettagli di qualche fruttuosa indagine infantile, e dunque i nomi dei sospetti criminali. Per i mici che morivano di morte naturale noi bambini avevamo allestito un cimitero, dove seppellivamo anche uccelli e altre bestie diversamente morte: la rondine che si era schiantata sui vetri di casa, gli astores caduti dai nidi, alcune api che avevano subito la macelleria dei più piccoli e che andavo a recuperare mentre galleggiavano a pezzi lungo i rigagnoli. Il cimitero era sotto la piccola quercia dietro il grande cancello di Tron. Un cimitero abusivo e tuttavia molto frequentato. Ma in tutto quell'andarivieni di impiegati e tecnici delle miniere di talco, nessuno faceva caso a noi seppellitori di bestie trucidate.
Adesso le gatte domestiche si portano dal veterinaio per la sterilizzazione. Il mondo è cambiato, i gatti pure e non è facile cucire il tempo attraverso la mia personale esperienza con l'orrore. Aggiungi anche che ci sono passaggi di tempo che ancora mi sfuggono, in questo processo che va dai gatticidi domestici alla sterilizzazione.
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