27 marzo 2012

Occhi

"Se basta una passeggiata di qualche ora a ridurti così, pensa che cosa dovrebbero dire i veneziani. I turisti sono fortunati: appena si trovano di fronte un'architettura splendida, neutralizzano la radioattività estetica inscatolandola in una macchina fotografica o in una videocamera. E gli abitanti? Troppo splendore nuoce gravemente alla salute. Continuamente esposti alle meraviglie dalla mattina alla sera, i poveri occhi veneziani assorbono la radioattività. Il radium pulchritudinis li fiacca, smorza ogni slancio vitale, li deprime. Non per niente i veneziani si sono sempre chiamati Serenissimi…".
Tiziano Scarpa, Venezia è un pesce. Una guida, Feltrinelli, Milano 2010, p.74. 


Le Signorine, una delle più importanti opere di Felice Casorati, è stato dipinto nel 1912 e presentato alla X Biennale di Venezia. Dopo l'esposizione è stato acquisito dal Comune di Venezia per la collezione della Galleria Internazionale d'Arte Moderna Ca' Pesaro.

26 marzo 2012

Un saluto da Venezia

Ci mancheranno moltissimo le tue parole sul nostro presente, Antonio Tabucchi. Grazie per la preziosa opera che lasci qui. 
Che ti siano lievi la terra, il mare, il fiume…

23 marzo 2012

Avvistamenti marzolini

… 
La tua balena, fata balossa
Non te l'ha tolta la spina rossa
La spina brutta di mari lontani
Che me ne faccio di queste mie mani?
Io non le voglio, tienile tu
Oh pesciolino non piangere più

8 marzo 2012

Laura

"Un augurio alle sorelle della mia vita, teniamoci strette nella gioia e nella tristezza. Proteggiamo il nostro valore e non diamo per scontato nessun diritto, non ci regaleranno nulla. Vi voglio bene."

Così come

– Ma allora – disse Alice, – se il mondo non ha senso, chi ci impedisce di inventarne uno? –. E Alice, così come disse, rispose.

Maternal line

Su mare ch'est su mare
essit e torrat in tinu
e tue chi ses traghinu
non dias in sè torrare?

6 marzo 2012

Anch'io

Anch'io come te non ero nato
per vedere il mare.
Come te non sono cresciuto alto,
per restare più vicino alla terra,
ai solchi caldi delle vigne
e degli orti.

Ho seguito il tuo comando,
prima con la fantasia
poi a cavallo del demone tecnologico,
sulla Queen Mary
sul Jumbo jet
il Twentieth Century.

Ho attraversato ponti trasparenti,
periferie industriali potenti
ho dormito nei grattacieli
di vetro,
disegnati da Mies van der Rohe,
ondulati al vento gelido
sul lago del Michigan.

Sono tornato a Orani,
annunziato dalle tue comari
«ricco e potente è»
hanno detto,
«meschino», hai risposto,
«costretto a vivere in terre straniere».

Costantino Nivola, Memorie di Orani, Ilisso, Nuoro 2007, p. 97. 

 Grazie a Giulia, autrice del post.

5 marzo 2012