30 agosto 2016

Cosima

Nonostante sia stata collocata a due passi da casa, soltanto stasera mi è venuta voglia di avvicinarmi alla scultura realizzata da Pietro Costa con cui la città ha voluto rendere omaggio a Grazia Deledda nell'ottantesimo anniversario dalla morte e il novantesimo dal conferimento del Nobel.
Ho ossevato l'opera a lungo e con calma, aspettando la pioggia, arrivata solo in rade gocce subito evaporate dal bronzo ancora caldo di sole, esprimendo ad alta voce le suggestioni alla mia amica M., ascoltando le sue, concordando sull'espressione dello sguardo, dei lineamenti così “lontani”, come trascesi, su quella mano sinistra che indica nient'altro che se stessa, sulla rappresentazione del corpo-angelo, corpo-nave, teso nell'impeto della giovinetta nuorese, che, in perfetta e precoce solitudine, sapeva, pur senza conoscerla, tutta la straordinarietà del suo destino.

Grazie, Pietro.

12 agosto 2016

Lui

D'improvviso è nuvolo e si sente tuonare in lontananza: sta per arrivare un temporale d'agosto. Chiaro, non può essere di settembre, penso, e temporeggio. Ma intanto sento che il pensiero di lui sta occupando tutta la mia mente: "è giunta l'ora... è giunta l'ora...".
Sì, in effetti è arrivato il momento di fare pace, ma ancora non realizzo. Il fatto è che non ne ho voglia: perché devo fare sempre io il primo passo...?
Sento che sto per arrendermi all'idea di non avere scelta, se non voglio che la situazione peggiori sino a costringermi a riavvicinarmi sotto il solleone. E dunque mi avvio, mogia mogia, facendo leva sul rumore consolante dei tuoni. "Eccomi qua – lo saluto, vinta ma non convinta –, riprendiamo il discorso abbandonato da troppe settimane?"
Mi guarda in cagnesco, ma devo farmi coraggio; vado avanti: "Senti, tu devi solo ringraziare il temporale, altrimenti col cavolo che tornavo da te!"
E a queste parole sento già le camicie cantare contente (le maledette...), e il cielo che menomale vien giù.