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24 febbraio 2010

Gli uomini felici


Non saprei tradurre la didascalia (è in russo), ma mettiamo che sotto l'immagine vi sia un interrogativo: vi sembra questo un uomo felice?

"Uno c'è infine, che si lamenta tutto il santo giorno e impreca alla maledettissima volta che ha accettato di venire anche quest'anno al Giro. E già prevede strapazzi infami, pioggia, disagi e cimici negli alberghi, raffreddori. E giura che siccome manca un certo corridore la corsa non ha il minimo interesse e che tanto valeva non farla e che la gente se ne infischia. Nei momenti peggiori garantisce perfino che il ciclismo è morto, morto e seppellito, che dei campioni si è persa la semenza, che nel secolo dell'atomica la pedivella è un ferravecchio da museo, e che ostinarsi a tener su questa baracca è ridicolo. Ma io lo guardo. È sui quarantacinque anni, forzuto e come sempre in atto di parare qualche improvviso assalto; la faccia un po' da mastino, dura, però simpatica. Da un giorno lo osservo attentamente. Non ho capito bene se sia direttore sportivo o tecnico o capo meccanico o massaggiatore di qualche squadra. Brontola, sogghigna, vede tutto nero, si affanna correndo da una parte e dall'altra, come se qualcosa stesse sempre per precipitare. Suda, impreca e fuma fino a tarda notte. Si manterrà così, presumo, finchè sarà terminato il Giro. Uno spostato, vien da pensare, a prima vista. Ma poi ho cambiato idea. Lo osservo adesso, quando mugugna e se ne va intorno a quel fare imbronciato da bulldog, lo osservo con grandissimo piacere e mi domando: da quanto tempo non vedevo un uomo così felice?".
Dino Buzzati al giro d’Italia, Mondadori, Milano 1997, p. 39 [raccolta di venticinque articoli scritti da Buzzati nell’estate del ’49, inviato dal Corriere della Sera a seguire il 32° Giro d’Italia].