29 settembre 2017

L'attrice

L’identità è un tema difficile da affrontare quando le radici si mischiano sempre di più. Eppure proprio ora che risorge la domanda di riconoscimento dei piccoli paesi e dei diritti delle minoranze, ora che esplodono guerre religiose ed etniche, ora che si sprecano le conferenze sul multiculturalismo – si parla spesso di identità. Io non posso essere una persona sola. Trovo le mie radici che si dirigono verso le stelle e verso diversi continenti, e vivo con diversi visi. Il teatro mi permette questa vita.
Julia Varley, attrice icona dell'Odin Teatret, nell'introduzione ai testi dello spettacolo intitolato Doña Musica's Butterflies (prima performance: Holstebro, Danimarca, settembre 1997).

26 settembre 2017

A Laura

... che ama Lorenzo, il loro figlio Simone, l'arte, la scuola, la letteratura, il teatro, il canto, la Sardegna, le feste, la casa, i colori, gli amici. All'elegantissima, dolce Laura, che aveva un'enorme voglia di vivere e un cuore grande, che sino all'ultimo ha lottato per mantenere vivo, per per restare tra noi. A Laura che non dimenticherò mai.

23 settembre 2017

Odino nelle terre del rimorso

Il 29 settembre, alle ore 18, ci incontriamo nell'auditorium della biblioteca comunale di Orgosolo per presentare il bellissimo libro di Vincenzo Santoro dove sono raccolti diversi contributi atti a ricostruire la sperimentazione artistica e politica che nei primi anni settanta investì anche le popolazioni di Orgosolo e San Sperate. Parleremo in modo più esteso del senso che all'epoca avevano le interazioni tra gli artisti e i locali in una dimensione di scambio, che il nostro presente indica, oggi più che mai, come una strada su cui ritornare.
Sarò con l'autore, con Antonello Zanda, direttore della Cineteca Sarda/Società Umanitaria, che ha contribuito alla pubblicazione, e con l'editore di Squilibri.
Durante l'incontro sarà proiettato un estratto del film sull'Odin "In cerca di teatro", del 1974. Il giorno dopo, a San Sperate, verranno esposte anche 7 fotografie scattate da Antonio Cabiddu nel 1974.

21 settembre 2017

Remedios, Fernanda, Úrsula

"Ti senti male?" le domandò.
Remedios la bella, che teneva l'altro capo del lenzuolo, fece un sorriso di compatimento.
"Al contrario, " disse "non sono mai stata meglio."
Appena ebbe finito di dirlo, Fernanda sentì che un delicato vento di luce le strappava le lenzuola di mano e le spiegava in tutta la loro ampiezza. Amaranta sentì un fremito misterioso nei pizzi delle sottogonne nell’istante in cui Remedios cominciava a sollevarsi. Úrsula, già quasi cieca, fu l’unica che ebbe tanta serenità da riconoscere la natura di quel vento ineluttabile, e lasciò le lenzuola alla mercé della luce, e vide Remedios la bella che la salutava con la mano, tra l’abbagliante palpitare delle lenzuola che salivano con lei, che uscivano con lei dall’aria degli scarabei e delle dalie, e con lei attraversavano l’aria in cui si spegnevano le quattro del pomeriggio, e con lei si perdevano per sempre nelle alte arie dove non potevano raggiungerla nemmeno i più alti uccelli della memoria.
I forestieri, naturalmente, pensarono che Remedios la bella avesse finalmente ceduto al suo inesorabile destino di ape regina, e che la famiglia cercasse di salvare l'onore con la panzana della levitazione. Fernanda, morsa dall'invidia, finì per accettare il prodigio, e per molto tempo continuò a pregare Dio che le restituisse le lenzuola.
Gabriel García Márquez, Cent'anni di solitudine, traduzione di Ilide Carmignani, con il dossier "Gabo racconta la nascita del romanzo", Nuova Edizione, Mondadori, Milano 2017, pp. 206-207.

4 settembre 2017

Gates

... perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri. Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli...
Dirselo non sempre funziona, non subito, non automaticamente. Serve anche tutta la ragione, e anche la ragione è amore.