25 gennaio 2018

Un tè con biscotti e concetti a Casa Maninchedda - secondo appuntamento

"Chi per propria sventura sappia di non essere all’altezza del mignolo sinistro di Conrad ma voglia con onestà narrare, non ha che da guardare la propria nazione, in diretta o nella memoria. Troverà infiniti spunti per intrecci e vicende di romanzo e nella propria identità nazionale un terreno fertile di immagini, modi di dire e costumi che svelano una visione del mondo. La faccenda è complicata, in quest’epoca. L’appartenenza nazionale è doppia o tripla o quadrupla, quando non arricchita o sostituita da un’appartenenza ideologica che, con atto volontario, l’uomo assume a tribù dello spirito. Molteplici sono le radici di ognuno di noi."
Sergio Atzeni, "Nazione e narrazione", in Scritti giornalistici, a cura di Gigliola Sulis, Nuoro, Il Maestrale, 2005, p. 992. 

Non è Conrad appunto, è Atzeni: lucido, ironico e autoironico com'era realmente. È l'autore che tanto peso avrà nella narrativa sarda per lo stile e il fascino dei concetti innovativi che traspaiono dai suoi romanzi e che lo inscriveranno nella storia della letteratura come un precursore. Ne parlerò sabato, 27 gennaio, a Orani, in una conferenza a lui dedicata, arricchita dalle letture con accompagnamenti musicali dell'attrice teatrale Maria Giovanna Ganga.

11 gennaio 2018

Un tè con biscotti e concetti a Casa Maninchedda - primo appuntamento

"... le vere e belle fiabe sono in verità inoffensive. Esse sono situate nell’unico luogo dell’universo dove non esiste offesa, cioè nei regni della vita fantastica. Quando mettono paura, è la paura salubre e liberatrice della fantasia, paura di cui lo spirito ha desiderio e alla quale si protende come a una fiamma che lo riscaldi. Della vita fantastica, i bambini hanno fame e sete, le fate e i maghi abitano nel loro pensiero e il fatto che non esistano nella realtà è per loro giustamente irrilevante, perché i regni della vita fantastica sono popolati di oggetti comunque invisibili e intangibili. Nei regni della vita fantastica, anche le immagini più crudeli generano felicità. Si sa bene che la felicità è fatta anche di spavento e di angoscia. Sopprimere lo spavento e l’angoscia, significa sopprimere anche la felicità."
Dal saggio "Senza fate e senza maghi" di Natalia Ginzburg, in Vita immaginaria, contenuto nel Meridiano dedicato alla scrittrice. Ne parlerò domani a Orani in una conversazione sull'educazione alla lettura che fa parte di un ciclo di appuntamenti culturali invernali organizzato dall'Amministrazione Comunale e dalla Pro Loco.