Slang dai teen ager barbaricini del terzo millennio.
«Mi che è bette grezzo il postalino a Nuoro». 1) «bette» è esclamazione tipica della città che ha dato i natali a Grazia Deledda; 2)pullman e autobus di ogni tipo se ne trovano ovunque, ma i «postalini» esistono soltanto a Nuoro. Così vengono chiamati tutti i mezzi dell’Atp, la locale azienda dei trasporti pubblici, che ha sede sociale al nº 5 di via Montale.) 3) «Ok ajò!» (connubio glocal, nel caso è un adattamento di «Let’s go», ma più diretto e incisivo, senza scomodare la lingua madre di Dante.) 4) «Eja», sta per «sì»; 5) eslamazioni come «isu...!» sono maschera nostrana di un normale «che» interrogativo, o «ceeh!», per trasmettere sorpresa, la stessa che lascia, più o meno in egual modo, l’espressione italiana «ma guarda un po'!». Il campionario del gergo è ovviamente ben più ricco e va al di là dei singoli vocaboli da combinare fra loro e dà vita a intere locuzioni verbali entrate nell’uso comune, compresa la comunicazione via cellulare, con gli sms, ridotti all’osso pur di fare in fretta e mandarli a «manetta». Idem per le e-mail. 5) «Scendimelo», è assodato, significa «portalo giù», e non c’è modo di correggerlo. 6) «Istèrria» è una «balla» madornale. 7) «Millo mì» sta per «eccolo», che piaccia o no. 8) «Il zio», articolo italiano, soggetto sardesco più che sardo, con tanto di zeta sonora, quasi tripla, sta per «il Tale». 9) «A ferie» corrisponde all'universale «marinare la scuola». Sempre che l’alunno svogliato non venga «sgamato», ossia cassato in flagranza di reato. "A ferie" di solito si sta buoni, per intere ore, «zaccati in un locale» (10), o «a zarrare [11: parlare e sparlare] in un bar» o, molto più spesso, in «un zilleri». 12) «Buscare», ha doppio senso: può stare per «prendere colpi», intesi come botte, oppure per «fare colpo su una ragazza». 13) «Raschione», 14) «biddaiu» e 15) «peddone», sono tutti aggettivi, al maschile, in genere, che è meglio non sentirsi mai attribuire, affibbiare. E se qualcuno osa contraddire, la risposta è una sola, in terra di Barbagia: 14) «Mi che sei a sale. Tornatene a ghirare». Sei messo male, torna a casa tua che è meglio. «Ma a me non me ne frega proprio niente» potrebbe essere la risposta, dall'altro versante. O anche semplicemente soltanto 15) «Preda» [pietra] - usato anche scherzosamente come vezzeggiativo - che sta a significare "sei una pietra", dunque: tonto.
"Colada" o anche "bette colada!" sono espressioni fuori dalla mia portata generazionale, e lo sai, e il loro significato tende a sfuggirmi. Ve la siete inventata di sana pianta! Ieri, con Carla (quest'ultima intervenuta nel dialoghetto tra noi due), mi sembra che tu l'abbia usata nel senso di "colata di brodo di giuggiole!", quindi di "commozione", ma che ne so... Effettivamente il significato si sposta dipentmente dai contesti. Tu, ho notato, la usi spesso anche per ironizzare su un'alterazione emotiva esagerata. Anche di fronte a una persona che si arrabbia in un modo che tu non capisci, mi sembra.
Colada sta per passata anche se ce la siamo inventata come dice qualcuno e cosi... Bette colada e raschione significa letteramente. Hai bette passata di raschione ...che sarebbe l attrezzo che usano i muratori per spianare l intonaco ...e visto che il mio collega muratore che ha 64 anni lo conosce da molto prima di me che ne ho 38 non mi sembra cosi recente e inventato come slang di sardo nuorese ...
Postalino adesso si intende come dite l autobus di citta anche se qui il significato e andato perdendosi e trasformandosi postalino e semplicemente uno slang nato col tempo di quello che un tempo era (su postale ) ovvero l autobus in nuorese cosi chiamato perche portava la posta oltre che i passeggeri...da qui col tempo e nato lo slang postalino suppongo derivi dal fatto che fosse una distinzione tra postale autobus di linea extraurbana e postalino autobus di linea urbana ...
5 commenti:
Slang dai teen ager barbaricini del terzo millennio.
«Mi che è bette grezzo il postalino a Nuoro».
1) «bette» è esclamazione tipica della città che ha dato i natali a Grazia Deledda; 2)pullman e autobus di ogni tipo se ne trovano ovunque, ma i «postalini» esistono soltanto a Nuoro. Così vengono chiamati tutti i mezzi dell’Atp, la locale azienda dei trasporti pubblici, che ha sede sociale al nº 5 di via Montale.)
3) «Ok ajò!» (connubio glocal, nel caso è un adattamento di «Let’s go», ma più diretto e incisivo, senza scomodare la lingua madre di Dante.)
4) «Eja», sta per «sì»; 5) eslamazioni come «isu...!» sono maschera nostrana di un normale «che» interrogativo, o «ceeh!», per trasmettere sorpresa, la stessa che lascia, più o meno in egual modo, l’espressione italiana «ma guarda un po'!».
Il campionario del gergo è ovviamente ben più ricco e va al di là dei singoli vocaboli da combinare fra loro e dà vita a intere locuzioni verbali entrate nell’uso comune, compresa la comunicazione via cellulare, con gli sms, ridotti all’osso pur di fare in fretta e mandarli a «manetta». Idem per le e-mail.
5) «Scendimelo», è assodato, significa «portalo giù», e non c’è modo di correggerlo.
6) «Istèrria» è una «balla» madornale.
7) «Millo mì» sta per «eccolo», che piaccia o no.
8) «Il zio», articolo italiano, soggetto sardesco più che sardo, con tanto di zeta sonora, quasi tripla, sta per «il Tale».
9) «A ferie» corrisponde all'universale «marinare la scuola». Sempre che l’alunno svogliato non venga «sgamato», ossia cassato in flagranza di reato. "A ferie" di solito si sta buoni, per intere ore, «zaccati in un locale» (10), o «a zarrare [11: parlare e sparlare] in un bar» o, molto più spesso, in «un zilleri».
12) «Buscare», ha doppio senso: può stare per «prendere colpi», intesi come botte, oppure per «fare colpo su una ragazza».
13) «Raschione», 14) «biddaiu» e 15) «peddone», sono tutti aggettivi, al maschile, in genere, che è meglio non sentirsi mai attribuire, affibbiare.
E se qualcuno osa contraddire, la risposta è una sola, in terra di Barbagia: 14) «Mi che sei a sale. Tornatene a ghirare». Sei messo male, torna a casa tua che è meglio. «Ma a me non me ne frega proprio niente» potrebbe essere la risposta, dall'altro versante. O anche semplicemente soltanto 15) «Preda» [pietra] - usato anche scherzosamente come vezzeggiativo - che sta a significare "sei una pietra", dunque: tonto.
Come spieghersti la parola "Colada"?
Io ci provo ma mi viene solo da spiegarla così: . A Venezia non capiscono comunque!
"Colada" o anche "bette colada!" sono espressioni fuori dalla mia portata generazionale, e lo sai, e il loro significato tende a sfuggirmi. Ve la siete inventata di sana pianta! Ieri, con Carla (quest'ultima intervenuta nel dialoghetto tra noi due), mi sembra che tu l'abbia usata nel senso di "colata di brodo di giuggiole!", quindi di "commozione", ma che ne so... Effettivamente il significato si sposta dipentmente dai contesti. Tu, ho notato, la usi spesso anche per ironizzare su un'alterazione emotiva esagerata. Anche di fronte a una persona che si arrabbia in un modo che tu non capisci, mi sembra.
Colada sta per passata anche se ce la siamo inventata come dice qualcuno e cosi... Bette colada e raschione significa letteramente. Hai bette passata di raschione ...che sarebbe l attrezzo che usano i muratori per spianare l intonaco ...e visto che il mio collega muratore che ha 64 anni lo conosce da molto prima di me che ne ho 38 non mi sembra cosi recente e inventato come slang di sardo nuorese ...
Postalino adesso si intende come dite l autobus di citta anche se qui il significato e andato perdendosi e trasformandosi postalino e semplicemente uno slang nato col tempo di quello che un tempo era (su postale ) ovvero l autobus in nuorese cosi chiamato perche portava la posta oltre che i passeggeri...da qui col tempo e nato lo slang postalino suppongo derivi dal fatto che fosse una distinzione tra postale autobus di linea extraurbana e postalino autobus di linea urbana ...
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