Sas piazzas de dumìnica, tréichi vrevàrju, in Sardigna:
CASTEDDHU, à sa ùndighi e' manzànu, piazza Amendola
CARBONIA, à sas dechemmésa 'e manzànu, piazza Roma
IGLESIAS, à sas tres de vorta 'e die, piazza Sella
L'ALGUER, à sas chimbe 'e vorta 'e die, piazza Civica
NÙGORO, à sas tresemmésa 'e vorta 'e die, in piazza Vittorio Emanuele
OLBIA, à sas battor 'e vorta 'e die, piazza Mercato
ARISTÀNIS, à sas ùndighi 'e manzànu, piazza Eleonora
THÀTTARI, che Aristànis 'e tottu, in piazza Italia.
3 commenti:
Ancora in corso in alcune bacheche Fb il dibattito piazza sì piazza no suscitato da diverse "storiche" e in particolare da Luisa Muraro in articoli apparsi nel Corriere della sera e Il manifesto. Ohibò. Sia detto con parole semplici, scusamipardon: quando il pensiero filosofico tende a irregimentare, detta comportamenti acquisendo l'insopportabile tono della maternale/paternale, sta sfiorando il rischio del suo esaurimento nel ciclo vitale, che è quello di offrire strumenti di interpretazione di realtà complesse e variegate o dell'umano tout-court, e non in senso neutro, che te lo dico a fare. In questo senso concordo con Luisa Muraro nell'espressione della verità, se vuoi, più banale (senza scomodare H.A.) Così penso che un vasto movimento sociale (perché diquesto si tratta ed è così che si riassumeranno in Italia e nel mondo le piazze il 13 febbraio) non abbia nemmeno la più piccola parvenza dell'"autoghettizzazione", e semmai intravedo la riserva indiana nella cornice mortifera del gruppo, in generale. Pensare con la propria testa e nel contempo ascoltare le istanze e la rabbia che provengono estesamente dalla società – da te, da me, dalle donne delle diverse realtà (a volte più drammatiche, non dimentichiamolo, di quella del proprio orto) – non è una contraddizione, ma un segnale di presenza e volontà partecipativa. C'è bisogno di esprimere il dissenso in tante, in tanti, in più "tutti" possibile, senza aspettare (o temere) che i gesti collettivi possano non identificarsi totalmente nella ricerca soggettiva (cosa, quest'ultima – se ci pensi bene – che non solo non è auspicabile, ma dovrebbe farci inorridire: una massa "identica", ma te l'immagini? Ciao, ci vediamo in piazza con chi c'è.
Bianca, hai espresso il mio esatto pensiero, che ora pubblico anche nella mia bacheca
A domenica ognuno nella sua piazza
Continua a correre la paura (reale) della strumentalizzazione. Ma è ovvio che ci sarà, e non sarà una giornata di lotta a smascherare le tante sottili forme della prostituzione, maschile e femminile, nella politica. Ma questa paura di sporcarsi le mani – che mi sembra vada ben oltre il caso manifestazione del 13 sì, manifestazione del 13 no – è poco comprensibile. La mia impressione è che continuiamo a usare termometri differenti per misurare la gravità dello sfascio culturale e sociale. Sia chiaro: una manifestazione in difesa della "dignità della donna" è una riposta rozza, e molto meno lo sarebbe una manifestazione indetta dagli uomini in difesa della dignità maschile. Ma appunto: a essere inaccettabilmente rozza è la situazione che ha provocato la riposta, non il contrario. Al momento la situazione non è all'altezza di riposte più raffinate. Speriamo in una bella e ricca piazza, come bello e ricco è il misconosciuto pensiero femminile.
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