"Lossa è finito in manicomio perché non c'erano insegnanti di sostegno", dice Marco Paolini raccontando di un bambino con "disturbi mentali" internato in un ospedale nazista e cavia delle sperimentazioni psichiatriche. Una frase potente che, in perfetto stile del teatro paoliniano, impone la ricostruzione del processo da cui quella figura di insegnante è scaturita. Processo di cui "come italiani, una volta tanto dobbiamo essere molto orgogliosi" – dice Paolini, alla fine di Ausmerzen – e che tuttavia, oggi, è fortemente minato dagli ultimi provvedimenti che limitano il sostegno ai disabili e alle famiglie, minacciando il ritorno all'istituzione totale, leggi: al manicomio. L'insegnante di sostegno è uno dei tanti e più importanti punti d'arrivo dell'"avanguardia" della psichiatria italiana, una figura (ignorata in altri paesi europei) che ha determinato la fine di quelle che, con espressione ipocrita, venivano chiamate "classi differenziali". Questo processo porta il nome di Franco Basaglia, e di tanti che hanno creduto e che ancora credono in una società libera, antitetica a qualsiasi forma di segregazione e di razzismo. La memoria è anche l'invito a continuare a perseguire quel possibilissimo sogno.
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2 commenti:
La memoria è un'attitudine che si coltiva con la cultura, è l'abitudine a ricostruire sempre i processi che portano a un determinato evento, è esercizio costante di umanità.
Molto bene, Bianca. Molto bene.
E' bello conoscere persone come Voi.
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