Siedo e leggo un poeta. Nella sala c’è molta gente, ma non si avverte. Sono nei libri. A volte si muovono tra le pagine, come persone che dormono e si rigirano tra due sogni. È bello stare in mezzo a uomini che leggono. Perché non sono sempre così? Puoi avvicinarti a uno e sfiorarlo: non sentirà nulla. E se nell’alzarti urti appena un vicino e ti scusi, lui accenna col capo dalla parte in cui sente la tua voce, il suo viso si volge senza vederti, e i suoi capelli sono quelli di un uomo che dorme. Come fa bene questo. Ed io siedo e ho un poeta. Che destino: nella sala sono forse ora trecento lettori; ma è impossibile che ognuno abbia un poeta (Dio sa cosa avranno). Non esistono trecento poeti.
Rainer Maria Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge: autoritratto del poeta giovane, De Donato – Leonardo da Vinci, Bari 1966, p. 31.
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