19 gennaio 2011

Pitzinnas / Ragazze

E mentre perdura il volo in caduta libera verso il medioevo catodico, mentre si continua a rappresentare un'Italia ridotta a bordello… (Concita, oggi imperdibile.)

Berlino, estate 2010. In attesa del concerto.

G. e M. – 20 anni nel 2011 – studiano, partecipano alle attività delle rispettive università, si divertono, viaggiano, ogni tanto già lavoricchiano, hanno interessi e cose da raccontare, idee e domande su temi e problemi. Probabilmente la maggior parte delle ragazze gli somigliano, ma di loro non si parla mai nell'Italia di oggi. La misconoscenza e rimozione dell'universo femminile giovanile fa parte dell'assurdo in cui è avvolto il paese, rendiamocene conto.

3 commenti:

Rita N. ha detto...

L'involuzione culturale alla quale siamo assistendo ha una ripercussione sulla condizione della donna e sulla società davvero preoccupante.
Dopo queste vicende fare sesso ha solo un accezione negativa, vestirsi come si vuole significa essere disponibile al bunga bunga, la superficialità e il denaro sono le sole cose che contano. Tutto ciò in linea con il fatto che le manifestazioni di autodeterminazione della donna vanno punite anche con la morte, in Italia come in Messico.
Forse non possiamo sperare in un nuovo femminismo vecchia maniera ma una reazione è assolutamente necessaria perchè recuperare tutto ciò sarà davvero difficile se non vi sarà una immediata risposta sociale da parte di donne e di uomini che vogliono vivere in una società libera dal degrado e dall'ignoranza.

bianca ha detto...

In rete le reazioni sono, come sempre, numerose. Il problema serio, vero, sono le nuove generazioni, la trasmissione dei "saperi" e della consapevolezza al femminile, uno sguardo lucido e freddo sui modelli, sulla "politica", sugli "accessi". Vedo troppo egocentrismo in chi si presume "liberata" e una scarsissima volontà di ricominciare dall'abc. Solo che è questo il caso: c'è un abisso nei differenti livelli di coscienza e i percorsi di liberazione continuano necessariamente a partire da se se stesse, dalla propria soggettività. C'è molto a cui aggrapparsi collettivamente solo in termini di involuzione, oggi, in questo paese, per questo io credo e spero soltanto nell'onorato ritorno di un femminismo al primo gradino: quello dell'attenzione che possa tramutarsi in consapevolezza. Un femminismo che ritorni a riempire le piazze a ogni insulto. Un femminismo molto molto incazzato. (Che le ultime maestre mi perdonino.)

bianca ha detto...

P.S.: ‎Ma ma te l'immagini una gigantesca manifestazione di donne di tutte le età che riesce a farlo dimettere? Che sogno grandioso...