“ Se è vero che le rivoluzioni arabe di questo 2011, esattamente come tutte le rivoluzioni, sono scoppiate da un giorno all’altro, è altrettanto vero che non sono nate dal nulla. Certo non le avevano messe in conto quanti, per oltre un decennio, si sono limitati a guardare all’intera regione attraverso l’unico prisma dell’islamismo radicale e, di conseguenza, ne avevano estrapolato l’unica visione possibile, quella di un mondo stagnante, accartocciato su se stesso, storicamente se non geneticamente refrattario alla modernità e alla democrazia. Di sicuro, però, studiosi di altre discipline proponevano, anche loro da più di un decennio, scenari diametralmente opposti. … Nei recenti avvenimenti, in particolare, hanno trovato una conferma alle loro aspettative gli studiosi di letteratura, vuoi perché la narrativa, su cui si concentrano, non è esposta alla luce dei poco generosi riflettori dell’attualità più spiccia o, molto più probabilmente, proprio in virtù della marginalità della materia. Sta di fatto che da un’analisi anche solo quantitativa della recente produzione letteraria araba si evinceva con chiarezza che la realtà aveva travalicato gli stereotipi più correnti. …
Da: Elisabetta Bartuli, "Rivoluzioni di carta". Continua in Arabook.it del 13 ottobre 2011.
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