19 ottobre 2011

Quel candore e anche quel freddo


E qual cervo ferito di saetta
Col ferro avvelenato dentr'al fianco
Fugge, e più duolfi quanto più s'affretta.
Francesco Petrarca, Sonetto CLXXIII

2 commenti:

Anonimo ha detto...

un colloquio, un'intervista splendida, come Zanzotto ha saputo (senza saperlo, forse) adoperare la parola.

api

Paolo Curreli ha detto...

stamani, dopo letto, sono tornato a piantare le cipolle ( chè la luna è calante) Era il momento ideale perché lontano (molto) si sentiva l'asfalto mugghiare il mostro d'acciaio e la plastica. E pensavo al poeta , agli anni lontani a Roversi Roberto ( di come si fossero messi diversi dagli altri i due). Al paesaggio , e di come invece sia stato più duro Zanzotto perfino del rosso Roversi, perché osservare una rosa o un albero , fermarsi a guardare lontano, sia in fondo il gesto più estremo nel mondo di oggi così immateriale.
Chinato sulle cipolle ho pensato.
IL modo di dire cinese, il suo ideogramma SPONTANEO è il modo di dire natura.