Le infanzie non erano poi così lontane, fintanto che rimanevano nella memoria felice, con le immagini dei vicoli illuminati dalle fioche luci delle steariche, dentro alle zucche svuotate di novembre.
O nella memoria delle strade di giugno, lastricate dai petali di rose raccolte negli antichi cortili, durante la lunga infantile processione che tutti portava nella chiesa grande, per il culto del Corpus Domini.
O degli altari alzati dalle bambine su fustini vuoti del detersivo in onore delle madonnine di maggio, e adorni di semplici bicchieri pieni d'acqua, margherite, asparagina selvatica.
Delle bambole di pane sfornate a pasqua d'aprile.
Delle barrette di ferro punte sulla terra umida dei sentieri sterrati a marzo, per i nuovi quarteri. Per gioco. …
Da grandi ci siamo perse, perché la vita è così,
ma l'esser state così intensamente bambine insieme,
quel fantastico giocare che era tutto il nostro mondo…
Giovane, buona, cara amica, che la terra ti sia lieve.
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