23 febbraio 2010

D'accordo, portami via

Di tanto in tanto, invece, arriva la lettera di una persona che sta bene ed è ancora piena di entusiasmo, e conforta, come oggi, come una promessa.


Cara, /…/ spererei tanto di incontrarti e parlare, parlare... No, non sono più su quel "fronte" e, anzi, vorrei abbandonare ogni fronte della politica per dedicarmi all'unica cosa che mi pare valga ancora la pena: il complicato, malcerto fronte letterario, il lento lavorio sulle coscienze. Ho terminato un libro che trae le conclusioni dell'espereinza politica, ma in senso alto, tramite l'interpretazione di un testo tanto meraviglioso quanto incompreso: La morte di Danton di Georg Büchner, un autore tedesco morto a 23 anni, avendo scritto tre dei massimi capovalori, avendo fatto la rivoluzione e conquistato una cattedra di anatomia comparata a Zurigo. Uscirà non solo in tedesco - e in Germania lo ritengono uno dei libri di germanistica più importante degli ultimi anni - ma anche in italiano. Te lo invierò. E ora sono anima e corpo con Kafka, che credevo di conoscere fin troppo e che ho invece riscoperto in un'ottica veramente nuova. Sto preparando un tutto-Kafka: vita, morte, opere e miracoli. E sono così entusiasta di 'maneggiare' solo cose belle, buone e giuste, che tutto il resto mi pare un ricordo lontano, sofferto e per questo utile. E tu, il tuo lavoro, i tuoi? /.../ Spero proprio di avere modo di incontrarti, o qui, o a N., o a C. Se mi dovessi trasferire tra Berlino e Parigi (come spero e come avrei già fatto se solo sapessi dove andrà a vivere mio figlio, che dal prossimo anno dovrebbe comunque proseguire gli studi in Gran Bretagna), dovrai venirmi a trovare: ho voglia di metropoli, di aria, di circolazione attorno a me, e di portare con me solo poche persone, fra cui certo te.
S.

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