29 marzo 2011

La voce

Donne, uomini, vecchi, bambini, ricchi, poveri: quello che gli assassini vedono davanti a sé è un mucchio indistinto da eliminare più in fretta possibile. Ma la massa è anche la corazza all’interno della quale trovano riparo gli autori dei genocidi. Nessuna persona ha ucciso da sola un’altra persona. Siamo colpevoli tutti. E nessuno sarà colpevole. Di fronte a una materia tanto tragica c'è chi procede al contrario, e dalla massa informe degli assassini e dei cadaveri estrae volti, storie, individui, ridonando a ciascuno un nome. Come i saggi chiamati a placare la collera dei morti, si pongono davanti alle vittime e ai carnefici, vulnerabili, miserabili di umanità, attingendo al patrimonio più prezioso di cui dispongano le scritture: la tradizione orale, la voce.



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