Quando prendo in mano l'ago e il filo per attaccare un bottone ci metto delle ore, per via del troppo filo (con poco filo non c'è gusto), e siccome mi dispiace sprecarlo, attaccato l'uno mi metto alla ricerca di altri bottoni da rafforzare, e tiro giù dall'armadio tutte le camicie e i cappotti.
Cambio filo, e di nuovo, ancora, è sempre lunghissimo, così rafforzo pure dove, forse, non ce n'è così bisogno. Cambio filo. Stacco, sposto, riattacco. È ancora lunghissimo. Allora mi dispero, perché ho finito di controllare e rafforzare tutti i bottoni degli indumenti contenuti negli armadi di casa. Prendo, allora, a suonare i campanelli delle case dei vicini: "Avete bottoni da attaccare?".
Ho il tavolo pieno di camicie, ne avrò sino a Carnevale. Cambio colore. È lunghissimo.
Cambio filo, e di nuovo, ancora, è sempre lunghissimo, così rafforzo pure dove, forse, non ce n'è così bisogno. Cambio filo. Stacco, sposto, riattacco. È ancora lunghissimo. Allora mi dispero, perché ho finito di controllare e rafforzare tutti i bottoni degli indumenti contenuti negli armadi di casa. Prendo, allora, a suonare i campanelli delle case dei vicini: "Avete bottoni da attaccare?".
Ho il tavolo pieno di camicie, ne avrò sino a Carnevale. Cambio colore. È lunghissimo.
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