Tra le diverse opere di Paul Klee che amo, ce n'è una, forse considerata minore, che scoprii un po' di tempo fa in un'esposizione dedicata a Jean Arp e la galassia dadaista. Mi sono fermata a lungo a guardarla, sino a quando ho creduto di capire il perché un'opera così apparentemente innocente, un piccolo olio incollato su cartone, abbia potuto dare fastidio a Goebbles, che nel 1937 la volle esporre alla mostra "Arte degenerata".
La semplicità della rappresentazione astratta degli alberi riporta a un'essenzialità lontana dai miti del totalitarismo. Tutto è semplice, come il quadro è piccolo, ma oltre i recinti degli alberi è morte e guerra.
Erano un concentrato di libertà, questi artisti, pericolosissimi in un stato dove il culto dell'efficienza si otteneva con il massimo possibile del controllo. Qui il genio ribelle di Klee lo racconta senza un urlo, disegnando spazi chiusi, senza sbocchi, che dipinge di colori tenui; un piccolo spazio su cui elevano alberi rigidi come soldati. A lato, fuori, una domanda: "Dove stiamo andando?".
Sì, forse è proprio la domanda la cosa che più ha infastidito Goebbles. Il punto interrogativo rappresenta una falla nel muro di certezza nazista.
La semplicità della rappresentazione astratta degli alberi riporta a un'essenzialità lontana dai miti del totalitarismo. Tutto è semplice, come il quadro è piccolo, ma oltre i recinti degli alberi è morte e guerra.
Erano un concentrato di libertà, questi artisti, pericolosissimi in un stato dove il culto dell'efficienza si otteneva con il massimo possibile del controllo. Qui il genio ribelle di Klee lo racconta senza un urlo, disegnando spazi chiusi, senza sbocchi, che dipinge di colori tenui; un piccolo spazio su cui elevano alberi rigidi come soldati. A lato, fuori, una domanda: "Dove stiamo andando?".
Sì, forse è proprio la domanda la cosa che più ha infastidito Goebbles. Il punto interrogativo rappresenta una falla nel muro di certezza nazista.
Nessun commento:
Posta un commento