I
sardi raccontati da chi li osserva dall'esterno, dagli “altri”, i
non-sardi. Una prospettiva che a suo tempo appassionò Sergio Atzeni,
attratto dallo studio delle “fole”, che lo scrittore provò a
smontare in un libro uscito postumo con un titolo di presentazione
programmatica: Raccontar
fole
(Sellerio, 1999). Interessante la lettera che
presentava il testo al suo primo destinatario, l'allora direttore de
“L'Unione Sarda” Massimo Loche: “Acclusa
troverai la follia – descrizione della vita sarda a cavallo fra
Sette e Ottocento, quando altrove si facevano Rivoluzione industriale
e Rivoluzione Francese – costruita usando soltanto scrittori non
sardi: italiani, tedeschi, francesi, inglesi. I sardi del passato non
raccontati da se stessi ma da un occhio esterno: un po’ perché a
quel tempo da sé non si raccontavano – chi scriveva preferiva
inventare storie giudicali –, un po’ perché gli stranieri sono
talvolta divertenti, un po’ perché l’occhio esterno vede con più
freddezza, con meno affetto”.
L'attenzione
verso gli elementi del vero e del falso nella descrizione della
Sardegna ritorna oggi nel bel volume Viaggiatori
italiani e stranieri in Sardegna
(Alfa Editrice, 2015) a opera dello storico della letteratura sarda
Francesco Casula, che arriva in libreria subito dopo il varo di due
preziosi tomi, a firma dello stesso autore, riuniti sotto il titolo
Storia
della letteratura e della civiltà in Sardegna,
proseguendo, quindi, l'importante intrapresa dello studioso nella
costruzione di compendi di taglio critico e didattico. Convince
subito la sapiente struttura del libro: Casula presenta il singolo
“viaggiatore”; espone il motivo del suo soggiorno nell'isola;
riassume i punti salienti del resoconto di viaggio, mettendolo anche
a confronto e in contraddizione con altri coevi; informa sui pareri
critici di autorevoli analisti in merito ai resoconti dei viaggiatori
(talvolta non concordanti, come nel caso, ad esempio, delle
osservazioni di Giulio Angioni e Sergio Atzeni in merito alle
descrizioni di Joseph Fuos in Notizie
sulla Sardegna, edito
a Lipsia nel 1780, tradotto e pubblicato in Italia nel 1899);
espone,
da storico, la sua analisi (sul “viaggiatore” citato, ed esempio,
esordisce: “Certo è che Fuos scopre il contrasto tra un territorio
bellissimo e dalle ricchezze inesauribili e le sue difficili
condizioni sociali ed economiche...”); riporta tutte le edizioni e
riedizioni dei singoli resoconti, nonché i titoli dei saggi che li
riguardano, e l'insieme bibliografico è dato in maniera discorsiva
nel corpo del testo, interno ai contenuti riguardanti le descrizioni
dei viaggi, sicché pregio dell'opera è anche l'avere evitato un
numero considerevole di note, senza nulla togliere alla profondità
dello scavo; infine, propone significativi stralci di lettura del
resoconto del “viaggiatore”, per cui il risultato è
straordinariamente interessante anche per la varietà dello stile
linguistico e letterario dei molteplici autori. ... [Continua aprendo il link] Bastiana Madau, I viaggiatori italiani e stranieri in Sardegna, Il manifesto sardo, 16 novembre 2016.
1 commento:
Ottimo
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