«[In]
quest'epoca che rimbomba dell'orribile sinfonia dei fatti che
producono notizia e delle notizie che sono colpevoli dei fatti [...].
Nei regni della povertà della fantasia, dove l'uomo muore di
carestia spirituale senza accorgersi della sua fame spirituale, dove
le penne sono intinte nel sangue e le spade nell'inchiostro [...].
Chi ha qualcosa da dire si facciavantietaccia.» Così Karl Kraus,
uno dei principali autori satirici e critici del linguaggio del XX
secolo, citato da Alfonso Berardinelli nel saggio dal titolo “Tipi,
stili, poteri intellettuali”, contenuto nel pamphlet recentemente
pubblicato dall'editore Enrico Damiani 12
apostati, 12 critici dell'ideologia italiana.
L'aforisma di Kraus rende bene l'idea su cui Filippo La Porta,
curatore del volume, ha chiamato a riflettere 12 autori e autrici sul
tema dell'attuale produzione editoriale italiana. Ciascuno di essi lo
ha fatto con il proprio stile e da una particolare prospettiva,
facendo emergere la generale assenza di testi intellettualmente
“disturbanti” e piuttosto appiattiti sui fatti, con esiti
consumabili e consumati nel giro di una stagione di mercato. I brevi
saggi che compongono il volume sono scritti da Paolo
Morelli, Guido Vitiello, Camilla Baresani, Matteo Marchesini, Massimo
Onofri, Vittorio Giacopini, Daniela Ranieri, Silvia Perrella, Paolo
Febbraro, Franca D’Agostini, Alfonso Berardinelli, Giuseppe Samonà,
più il curatore Filippo La Porta. Particolarmente interessanti sono
i saggi di Onofri – che tramite l'analisi di alcuni autori
italiani di successo, si interroga su ciò che “la funzione
D’Annunzio” continua a rappresentare, in relazione a ciò che
chiama “dannunzianesimo degradato di massa, che di quella specie di
«superuomo» rappresenta, forse, la declinazione più replicata”
–, di Samonà – scrittore che ha ormai trascorso quasi tutta la
vita all'estero e che propone una bella riflessione sul laboratorio
“transnazionale e transculturale”, dove la lingua italiana si
traduce e autotraduce in costante confronto con le altre lingue del
mondo –, di Vitiello – che, a partire da un volume fotografico
contenente 99 ritratti di scrittori e scrittrici italiani d'oggi,
parla di una mera "fiera della vanità", estranea, dunque, alla scrittura che lascia un segno. Insomma, 12
apostati 12 critici dell'ideologia italiana – insolito nella sua forma collettiva e, dunque, tutt'altro che uniforme in quanto a punti di vista – è un
cahier
de doléances che sta
facendo discutere, a sua volta sottoposto a giudizi critici, in quanto non esente da qualche eccesso di saccenza. D'altra
parte, visto il progetto rivelato già nel titolo, se non facesse discutere si rivelerebbe come un libro
inutile, no? Leggetelo.
Bastiana Madau
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