13 novembre 2015

Tipi, stili, tipi-tiponi, tipi così così

«[In] quest'epoca che rimbomba dell'orribile sinfonia dei fatti che producono notizia e delle notizie che sono colpevoli dei fatti [...]. Nei regni della povertà della fantasia, dove l'uomo muore di carestia spirituale senza accorgersi della sua fame spirituale, dove le penne sono intinte nel sangue e le spade nell'inchiostro [...]. Chi ha qualcosa da dire si facciavantietaccia.» Così Karl Kraus, uno dei principali autori satirici e critici del linguaggio del XX secolo, citato da Alfonso Berardinelli nel saggio dal titolo “Tipi, stili, poteri intellettuali”, contenuto nel pamphlet recentemente pubblicato dall'editore Enrico Damiani 12 apostati, 12 critici dell'ideologia italiana. L'aforisma di Kraus rende bene l'idea su cui Filippo La Porta, curatore del volume, ha chiamato a riflettere 12 autori e autrici sul tema dell'attuale produzione editoriale italiana. Ciascuno di essi lo ha fatto con il proprio stile e da una particolare prospettiva, facendo emergere la generale assenza di testi intellettualmente “disturbanti” e piuttosto appiattiti sui fatti, con esiti consumabili e consumati nel giro di una stagione di mercato. I brevi saggi che compongono il volume sono scritti da Paolo Morelli, Guido Vitiello, Camilla Baresani, Matteo Marchesini, Massimo Onofri, Vittorio Giacopini, Daniela Ranieri, Silvia Perrella, Paolo Febbraro, Franca D’Agostini, Alfonso Berardinelli, Giuseppe Samonà, più il curatore Filippo La Porta. Particolarmente interessanti sono i saggi di Onofri – che tramite l'analisi di alcuni autori italiani di successo, si interroga su ciò che “la funzione D’Annunzio” continua a rappresentare, in relazione a ciò che chiama “dannunzianesimo degradato di massa, che di quella specie di «superuomo» rappresenta, forse, la declinazione più replicata” –, di Samonà – scrittore che ha ormai trascorso quasi tutta la vita all'estero e che propone una bella riflessione sul laboratorio “transnazionale e transculturale”, dove la lingua italiana si traduce e autotraduce in costante confronto con le altre lingue del mondo –, di Vitiello – che, a partire da un volume fotografico contenente 99 ritratti di scrittori e scrittrici italiani d'oggi, parla di una mera "fiera della vani", estranea, dunque, alla scrittura che lascia un segno. Insomma, 12 apostati 12 critici dell'ideologia italiana – insolito nella sua forma collettiva e, dunque, tutt'altro che uniforme in quanto a punti di vista – è un cahier de doléances che sta facendo discutere, a sua volta sottoposto a giudizi critici, in quanto non esente da qualche eccesso di saccenza. D'altra parte, visto il progetto rivelato già nel titolo, se non facesse discutere si rivelerebbe come un libro inutile, no? Leggetelo.
Bastiana Madau

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