3 ottobre 2010

Much ado about nothing

Con le noise a palla ieri notte alle tre, tornando da O. Vado indietro di un pugno d'ore, racconto. Catapultati a Dorgali nel primissimo pomeriggio a salutare Marco e Angela di rirorno dal Vietnam. Storie, risate, stupore, un caffè e un mirto e via, senza neppure vedere il mare, che rimpiangerò per tutta la settimana, lo so, lo so. Arriviamo a O. al tramonto. Ciao mamma. Mi regala quattro campanelle che hanno 100 anni, eredità di babbo. Poi via, per le strade e Cortes apertas. Incontriamo subito Rita & C. Una birretta veloce e poi giù per le cortes. Un bicchiere di vino all'esposizione dei vetri di A.N. nell'ex mulino dei Merlini. E ancora a volare per vicoli. Tengo il conto: un mirto, una zeroventi, una ridotta di cannoau. L'appuntamento con gli altri è alla cena organizzata dalla Polisportiva. Ci portano antipasti vari, ricotta secca, pane vrattau, pecora in umido, purpuzza, vino, a fiumi. Mangio poco, bevo, chiacchero. P. arriva con i due figli: la primogenita si chiama Mara, 17 anni, fantastica. Parliamo (lei, soprattutto, io ascolto) di cinema. Ipercritica, curiosa, mi fa stare bene, brucia ogni stereotipo sui "ragazzi d'oggi" (se ne dicono di cazzate, se ne dicono...). Si avvicina a salutarci un gruppetto legato alla fondazione Nivola. Ci raccontano entusiasti del vecchio Bavagnoli che il pomeriggio al museo ha inchiodato la gente  raccontando della sua prima visita a Orani, per il reportage sulla mostra à plein air del 1958, tematizzando sul paese di allora, sulla N.Y. di allora: su allora, insomma... "Perché non c'eri?", mi domandano. Non so cosa rispondere. Non c'è niente da perdere, è tutto da perdere. S'avvicina gente della Pro Loco, ci invitano a tornare per il convegno sul biscotto pintau, la domenica mattina. Un convegno sul bisc…?! Ci ribaltiamo dalle panche per le risate. Il sindaco, (un sosia di George Clooney, pazzesco!) ride anche lui, non convintissimo. Lo lasciamo alle sue giuste perplessità e andiamo a sentire i locali AC/DC, gli Stramonium, che hanno appena iniziato a suonare nel grande cortile del del mattatoio, recuperato e diventato uno spazio espositivo di arti convergenti. Ma io ho Le noise che ancora mi ronza nelle orecchie. Via. Andiamo a casa di Rita. Le ciottole dei gatti sono sempre sotto il melograno e gli ultimi nati, Lisadagliocchiblu e Miele, circolano tra il tavolo e il camino e "la fucilazione dell'anarchico Schirru" è appeso sopra la madia, "mannai Mele è sempre nella teca del camino panciuto. Alle due meravigliose brocche di terraccotta ho deciso di dare un nome: Cocomero e Comesono. Alle due e mezza trovo la poesia di Zichittu in mezzo a un vecchio libro della mia amica. Ma che bella! La copio in un foglietto, e decido di metterla nel blog, ora. Siamo stanchi, contenti. Andiamo. Prego che Rita si rimetta in sesto, le voglio un bene enorme. 
Ah, poi l'intervista a Carlo Bavagnoli l'ho trovata alla radio .

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