25 marzo 2018

A ResPublica con Simone

Sono diversi mesi che vado in giro a presentare il mio saggio dedicato alla filosofa e scrittrice Simone de Beauvoir, e sin qui ho avuto sempre incontri belli e costruttivi. Ma l’appuntamento di quest’ultimo sabato ad Alghero, nell'ambito del festival FeminArts, è stato davvero speciale, perché speciale è il luogo che mi ha accolta, segnato com'è dall'inconfondibile cifra di un sentito impegno collettivo. Si chiama ResPublica, ed è una rete aperta di associazioni di promozione sociale e di servizi che opera nel magnifico edificio di un’antica caserma, nel cuore del centro storico, trasformata in un attivissimo e accogliente centro culturale, con una gestione degli spazi ispirata agli usi civici. Al suo interno c'è una biblioteca, attualmente impegnata anche nella costruzione di una raccolta dedicata ai più piccoli.
Sabato pomeriggio, nelle stanze che si affacciano in un labirintico corridoio dagli alti soffitti, intravedevo diversi gruppi di lavoro; in una di esse, dei ragazzi africani seduti in cerchio, erano concentrati nella conversazione. Arrivata in anticipo, non ho comunque voluto fotografare nelle stanze, per non disturbare, limitandomi a pochi spazi vuoti. E vorrei raccontare di più e meglio, ma lo scopo di questo post è soltanto quello di ringraziare con tutto il cuore chi mi ha inviata a presentare il libro in un luogo così bello e significativo.
In particolare, grazie a Enedina Sanna, anche per l'introduzione all'incontro, e grazie alla ricercatrice Rosanna Morace per la sua analisi puntuale e appassionata di "Simone, le Castor. La costruzione di una morale", che ha stimolato una discussione molto partecipata con le tante persone presenti. Grazie a tutte e a tutti, infine, per le riflessioni e le belle domande: sono andata via con il desiderio di poter ritornare. Lunga vita a ResPublica!

 
 

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