Gli
anni, i secoli e le epoche che si susseguono,
Tutto
si precipita verso il caldo, lontano dai geli e dalle tormente.
Perché
gli uccelli volano verso il Nord
Se a
loro è destinato solo il Sud?
Non hanno bisogno né di gloria né di grandezza.
Ecco,
sotto le ali finirà il ghiaccio
E
troveranno la felicità di uccelli,
Ricompensa
del volo audace.
Non siamo riusciti né a vivere, né a dormire?
Cosa ci
ha spinto verso la cresta dell’onda?
Non
abbiamo potuto ancora contemplare la luce.
La luce
non ha prezzo!
Silenzio. Solo i gabbiani sono come bagliori.
Le
nostre mani li nutrono di vuoto.
Ma la
nostra ricompensa per il silenzio
Sarà
necessariamente il suono.
Da tempo abbiamo solo sogni bianchi,
Tutte
le altre sfumature le hanno spazzate via le nevi.
Siamo
rimasti accecati – è
buio da tanto biancore.
La
linea nera della terra ci restituisce la vista.
Dalla nostra gola scaturisce il silenzio,
La
nostra debolezza cresce come un’ombra.
E la
ricompensa per le notti di disperazione
Sarà
l’eternità di un giorno polare.
Il nord, la volontà, la speranza – paesi senza frontiere,
Neve
senza fango, come una lunga vita senza menzogna,
I corvi
non ci caveranno gli occhi dalle orbite,
Perché
qui non ci sono corvi.
Chi non ha creduto alle profezie cattive,
Non si
è disteso sulla neve neanche per riposare un attimo,
Come
ricompensa per la solitudine
Avrà
l’incontro.
"Il silenzio bianco" [1972], in Vladimir Vysotsky, 19 canzoni; traduzione di Silvana Aversa; introduzione di Gino Castaldo, presentazione di Amelia Rosselli, Stampa Alternativa, s.l., 1992, p. non num.
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