3 giugno 2015

Costanti

Orgosolo, da sempre, è un paese che riesce a trasmettere un senso di amicizia agli artisti che passano nelle sue contrade. 
È in questo pecorso che ritroviamo anche la presenza affettuosa e lucidissima di Sebastiana Papa.
Giovane, curiosa, silenziosa, arrivò per la prima volta nel 1966, e alcune delle fotografie che scattò all'epoca hanno fatto il giro del mondo con un libro e una mostra intitolata Il femminile di Dio, con cui è tornata a Orgosolo nel 1998. Nel suo secondo soggiorno orgolese Sebastiana ha confermato e consolidato il rapporto d'affetto che la lega a persone e luoghi. 
È l'amore per tutte le persone incontrate come "prossimo" nei suoi due soggiorni orgolesi (1966, 1998), un mettersi in relazione autenticamente, laicamente che dà la spinta anche all'ultima narrazione di Sebastiana, raccolta in questo libro. Relazione che sovverte i cliché della fissità mitografica su questi luoghi, cogliendo le costanti della vita in una quotidianità vissuta intensamente da uomini e donne che qui, e non altrove, per misteriosa fortuna, sono chiamati a lasciare un segno di cittadinanza sulla Terra.
Dalla postfazione di Bastiana Madau a: Sebastiana Papa, Orgosolo, Fahrenheit 451, Roma 2000.

 (Alcune immagini dal libro.) 

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