17 novembre 2011

Ora diche un barzelletta

Ripasso - di storia. Garibaldi, Camillo Benso conte di, condusse i Mille in Sicilia, insieme a Silvio Mazzini - che aveva appena terminato di scrivere Le mie prigioni -, mentre Giuseppe Cavour, in Piemonte, si faceva saltare in mano una granata (forse, una mina), gridando: Tiremm’innanz. Ma andò veramente così? Per accertarcene, dovremmo ritrovare, “ripassandolo”, il vecchio quaderno in cui il Maestro dettava la lezione di storia (un Pigna, mi sembra, più voluminoso di una Bibbia – perché quando il dettato dell’intera avventura umana era finito, Lui implacabile, il libro nella sinistra, la Bacchetta - v.: -ta - nella destra, ricominciava, e sempre identico anche nella più minuta virgola: … Oggi, quarto Ripasso di storia…). Dettava, il Maestro; ma a volte, improvvise, s’interrompeva con fulminee, insidiose domande: Leoni, quanti erano i Mille? E se la risposta non era altrettanto fulminea, e indefettibile, eran dolori – v. Novecento (1 – con Bacchettata e Scappellotto). V. anche: Bartolomucci; Micca; Quore…, patria; Ragazze; Risorgimento; T’impicco. E cfr. il quaderno Pigna (ma di così voluminosi non se ne fanno più). Infine, v. Gggiovani, dove il Ripasso divenne più metafisico.  
Giuseppe A. Samonà, Quelle cose scomparse, parole, Ilisso, Nuoro 2004, p. 107.

You can't run the Church on Hail Marys.

Passo e ripasso, una nota a margine.
La sinistra socialina – sembrerebbe per carenza di rimandi alle barzellette di berlusconiana memoria (?!) – sta vivendo una palese epoché. C'era da aspettarselo. Al momento, esaurite le orecchie a sventola dell'uno e il cognome bufo-bufisimo dell'altro, è dura trovare pretesti per le annose doppie D + due punti. Ma questo, al momento, è un passo avanti.

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