23 agosto 2011

Sorelle

 
  Potrei dare un nome a ognuno dei giorni di questa formidabile estate, ma non ne ho alcuna intenzione. Leggo la trilogia di J.M., impazzisco con i rallentamenti e le accelerazioni troppo veloci e fameliche che mi costringe a fare. Bellissimo. Sai i libri che ti fanno passare la voglia di scrivere e semmai ti invogliano a ricopiare interi paragrafi con carta e penna in un bel quaderno intonso, come si faceva da ragazzine? Dico ad Anna. No, infatti, non darò un nome ai miei giorni. Aspetto un tempo lungo, so che prima o poi arriverà, un tempo povero di fatti e ricco di tempo per rivederli, questi giorni, come in un film, e forse allora scriverne, finalmente, come a liberarsersene, fare spazio. Oggi, invece, mi sono alzata all'alba, con mia sorella, ci siamo arrampicate sulla scala  da lassù, tra i rami, il mare e abbiamo raccolto tre corbule di mele. Le abbiamo già mondate e fatte a pezzetti, e sbuccia sbuccia io raccontavo di questi ultimi libri e di un'estate piena della memoria degli inverni. Febbre e lancia. Ballo e sogno. Un unico nome, questo sì, lo voglio dare. Oggi è il giorno della marmellata di mele.

2 commenti:

Rita N. ha detto...

uhmm, marmellata di mele... da gustare insieme quest'inverno e ricordare le tue tante cose belle e i miei pochi, ma selezionatissimi momenti belli di quest'estate, fra cui quelli trascorsi con te
baci, amica cara

bianca ha detto...

Oggi di fichi con ricetta salentina!
Baci a te!

P.S.: In Salento ho scoperto che, per togliere l'asprigno del necessario limone, sostituiscono il mezzo cucchiaino di cannella con un mezzo cucchiaio di cacao amaro (a chilo di fichi, naturalmente). Non tanto mi convinceva, sai, ma ho voluto provare. Oh, delizia!