Ho fatto uno sforzo sovrumano per attraccare la barchetta e tornare a terra stasera, ma ne è valsa la pena e, anzi, ho il cuore colmo di gratitudine: Gavino Murgia con Transumanze (concerto di "accompagnamento" alle proiezioni di Le stagioni dell’Armenia di Artavazd Pelechian e di Pastori, quasi una preistoria di Fiorenzo Serra) ha dato il meglio di sé, a Fonni, accompagnato dal duduk di Arayik Bakhtikyan, dai zarb-frame drums di Bijan Chemiirani e dalle chitarre di Kevin Seddiki. E il regista armeno per me è una scoperta strabiliante...
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Devo ritornare sull'argomento per cercare di capire se c'è qualcosa di più che una suggestione nel mettere in correlazione la transumanza dei pastori armeni e quella dei pastori di Fonni (quest'ultima documentata da Fiorenzo Serra, a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta, in "Un pugno di terra"). Al confronto con la drammaticità delle immagini di Pelechian, i pastori barbaricini sembrano prìncipi: eleganti e sobri nei loro abiti di velluto e nei mantelli di orbace, con quel mangiare lento – nelle pause della traversata dal cuore dell'isola verso sud – il pane carasau e i formaggi tolti dalle bisacce tessute da abili mani, o mentre arrivano a destinazione nei Campidani, coi grandi greggi di pecore che brillano al sole.