mi ricordo del bandito
che l'attraversò, afferrato
alla coda del cavallo.
Servando Cardoso il nome,
lo chiamavano Calandria;
non lo sbiadiranno gli anni
che sbiadiscono ogni cosa.
Non era dei fini che
usan armi da grilletto;
gli piaceva cimentarsi
nella danza del coltello.
Lo sguardo fisso negli occhi,
sapeva parare la
più abile coltellata.
Beato chi l'ha veduto!
Non così beati quelli
il cui ultimo ricordo
fu il brusco passo in avanti
ed il coltello che affonda.
Sempre la selva e il duello,
petto a petto e faccia a faccia.
Visse uccidendo e fuggendo.
Visse come se sognasse.
Dicono che fu una donna
a darlo in mano ai nemici;
ma la vita, presto o tardi,
ci tratta allo stesso modo.
Jorge Luis Borges, da Elogio dell'ombra, versione con testo a fronte di Francesco Tentori Montalto, Einaudi, Torino 1977, pp. 87-89.
2 commenti:
le cose esistono nella realtà separata della memoria intima
quel libro einaudi
perfetto nella tasca
lo sentivo mio scoperto da me
stranamente organizzato
e magicamente diverso ogni volta che lo leggevo e rileggevo
erano tempi di beata solitudine finalmente lontano da tutta quella roba di quei tempi lì
innamorato di una (comodamente)lontana che mi riamava e mi vendeva i disegni
erano tempi di treni e pullman dell'autostradale
dove potevo leggere (nessuno urlava nel mobile)
e , come quando ero bambino, imparai un intero libro a memoria
era il mio rifugio
un appuntamento con un signore ceco e benvestito
ci vuole un pomeriggio al mare in silenzio nell'orto
o sveglio a cullare un figlio febricitante
perchè me ne tornino in bocca dei brani
Lo sai che il tuo ricordo ha qualcosa di magico? No, perché apposta io ho voluto usare quella vecchia edizione – invece che citare dai Meridiani, ad esempio, che pure uso di più – proprio per "omaggiare" la scoperta adolescente di Borges! Scoperta diventata presto, come tu magnificamente scrivi, "un appuntamento con un signore cieco e ben vestito". Grazie del commento, mi piace molto.
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