27 dicembre 2009

Nessuna direzione

Steen Doessing, 2009

Dalla sua, la voce, ha almeno un suono, talvolta un senso. Ma deve sempre avere una direzione. Le parole potevano non avercela, ma dovevano sempre avere un senso, non potendo trovare appigli che in se stesse, e così resistere. Dove mandarle se non da chi potevano ricevere un perdono?
Dalla sua, la voce, ha almeno un suono. Talvolta quella di Daniele arrivava assediata dalla tristezza, sparata nell'infinito vuoto dei cavi.
Nei lunghi periodi di silenzio, Nina cercava di rievocarne la materialità.
Un pomeriggio d'ottobre la svegliò da un sonno doloroso, e aveva un colore, quel giorno. Era rossa, brillava. E il colore diventava via via più intenso, dirigendosi nell'unico punto luminoso del risveglio.
[...]
Era stupefacente la sua totale sicurezza di direzione nella più assoluta assenza di insinuazione.
Lentamente si apriva, faceva il giro della stanza, squagliando gli orologi incastrati sul muro.
Le bastò rompere un acino d'uva tra le labbra, dopo.
[...]
Nina guardò fuori dai vetri, non pioveva più. A est, verso il nord, c'era un punto del cielo dove le nuvole avevano lasciato spazio ai cobalti dell'ultimo inverno.
Spostò il suo sguardo sul foglio caduto: c'era l'impronta del piede nudo di un bambino. Lo raccolse, e abbandonò la stanza con un sorriso.

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