11 settembre 2009

Nessuno scrive al pirata

«É stata una fatica risalire sino alla mia abitazione fortificata. Una fatica per la testa, una fatica trascinare la mia vecchia carcassa, una fatica lasciare la riva del mare, e per tornare a cosa? All'eco delle parole che mi risuonavano dentro, al silenzio, al vuoto. Ancora una volta nessuno ha risposto ai miei appelli e, con mio grande stupore, mi sono reso conto che mi mancava la vita e l'agitazione intorno, il rumore della gente, non importa di chi, intenta alle sue inutili faccende. Per la prima volta dopo molto tempo, ho tirato fuori una bottiglia e ho bevuto fino a rotolare sotto il tavolo. E forse ha funzionato, perché, quando mi sono svegliato, avevo intorno delle facce nere che mi guardavano preoccupate, quella di Jack più delle altre. Evidentemente, non mi avevano già abbandonato tutti. Mi restava dunque ancora il tempo di mettere un punto fermo, prima che fosse troppo tardi.
"Be', che avete da guardare?" domandai. "Non avete mai visto un ubriaco? Yo-ho-ho, e un bottiglia di rum!"».
(Björn Larsson, La vera storia del pirata Long John Silver; traduzione dallo svedese di Katia De Marco, Iperborea, Milano 2004, p. 295)

Bergen, agosto 2009

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