Sino a non molto tempo prima lastricava di appunti le sue strade, perché  sin là nessuna sembrava uguale all’altra. E lei ci s’immergeva, come a  ubriacarsene. Come il Funes del racconto amato, in qualsiasi alito di  vento, nella memoria delle foglie alle sei del pomeriggio di un  qualunque giorno d’estate. Come un personaggio di Bianciardi, ma più  felice, anzi: felice. E le piaceva raccontarle le strade, e tutte le  stanze della sua grande casa. I vicoli di Nascar e, nella testa, l’oro  di Cordova.
Sorella della nostra memoria feroce,
del valore è meglio non parlare.
Chi ha saputo vincere la paura
è diventato coraggioso per sempre.
Balliamo, poi, mentre passa la notte
come una gigantesca scatola di scarpe
sopra la scogliera e la terrazza,
in una piega della realtà, del possibile,
dove la gentilezza non è un'eccezione.
Balliamo nel riflesso incerto
dei detective latinoamericani,
una pozzanghera d'acqua piovana che riflette le nostre facce
ogni dieci anni.
Poi arrivò il sonno."

 
 

 

Nessun commento:
Posta un commento