2 aprile 2017

Evtušenko


Non capirsi è terribile –
non capirsi e abbracciarsi,
ma benché sembri strano,
è altrettanto terribile
capirsi totalmente.

In un modo o nell’altro ci feriamo.
Ed io, precocemente illuminato,
la tenera tua anima non voglio
mortificare con l’incomprensione,
né con la comprensione uccidere.

R.i.p., immenso Evgenij Evtušenko.
Nella foto, Evtušenko al festival dei poeti di Castelporziano, nel lontano 1979. C'ero, assai pischelletta ma c'ero, e fu indimenticabile e formativa la scoperta di così tanti e diversi geni della poesia mondiale.
Ricordo tutto, seppure come in un sogno. 
C'erano diversi esponenti della beat generation, ma all'epoca conoscevo soltanto Allen Ginsberg e Ferlinghetti. Mi era famigliare Fernanda Pivano (che teneva insieme un po' tutti, in quell'incredibile notte), che già conoscevo come traduttrice dell'Antologia di Spoon River, grande amore adolescenziale, e di qualche romanzo di Hemingway (idem). Ricordo esattamente il momento in cui il palco prese ad abbassarsi: fu bellissimo. In tanti, com'è noto, lessero l'incidente come una metafora del decadimento della poesia nella contemporaneità (si parlò di "culmine e agonia"), ma io e i miei amici eravamo troppo giovani per pensare simili tristi cose: semplicemente ci divertimmo comme pazzi!

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