Insomma, è andata. Sono contenta che il nutrito pubblico che ha
partecipato alla prima presentazione del mio libro Simone, le Castor.
La costruzione di una morale (Cuec, 2016), alla Biblioteca "S. Satta" di Nuoro, abbia avuto un alto livello
di ascolto, grazie anche alle mie compagne di presentazione – Maria
Giovanna Ganga, Vannina Mulas, Alessandra Pigliaru –, diversamente brave, molto brave, ciascuna giocando con alto profilo il suo compito. Grazie
di cuore, in particolare, ad Alessandra, anche autrice della
nota introduttiva al saggio, che in questa occasione ha confermato una
grande acutezza di analisi e nel contempo la capacità, piuttosto fuori
dal comune, di porgerla con limpidezza e semplicità a chi ascolta.
Grazie soprattutto per le domande che mi ha posto sull'attualità del
pensiero di Simone de Beauvoir, in cui crede, e in cui credo io,
altrimenti non avrei scritto quel che ho scritto.
In questo senso sono grata anche agli interventi arrivati dal pubblico presente, curioso e generoso. A tutte e a tutti devo il “battesimo” felice del libro, che mi incoraggia a proseguire quest'avventura, portando Simone, le Castor anche in altri luoghi – comuni, biblioteche, associazioni –, per ricordare o per far conoscere per la prima volta l'opera, il pensiero, i temi ancora attualissimi affrontati da una delle voci più interessanti e significative del nostro non archiviato Novecento.
Last but not least, grazie al mio editore, per avere coraggiosamente creduto in un'opera di argomento “non sardo”, ma che un pubblico di lettori e lettrici sardi, sardissimi, sta mostrando di sapere accogliere e apprezzare. Ci sono dei motivi, e lui, che insieme a me ci ha creduto, li sa, li conosce.
In questo senso sono grata anche agli interventi arrivati dal pubblico presente, curioso e generoso. A tutte e a tutti devo il “battesimo” felice del libro, che mi incoraggia a proseguire quest'avventura, portando Simone, le Castor anche in altri luoghi – comuni, biblioteche, associazioni –, per ricordare o per far conoscere per la prima volta l'opera, il pensiero, i temi ancora attualissimi affrontati da una delle voci più interessanti e significative del nostro non archiviato Novecento.
Last but not least, grazie al mio editore, per avere coraggiosamente creduto in un'opera di argomento “non sardo”, ma che un pubblico di lettori e lettrici sardi, sardissimi, sta mostrando di sapere accogliere e apprezzare. Ci sono dei motivi, e lui, che insieme a me ci ha creduto, li sa, li conosce.
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