28 luglio 2015

Madrigale, padrigale

Esistono case editrici dove sostanzialmente vige una cultura del lavoro, e dunque della dignità e del rispetto dell'altrui prestazione professionale, non dissimile da quella che governava le fabbrichette delle stringhe per le scarpe nell'Ottocento. Il lavoro intellettuale è molto sfruttato ma scarsamente retribuito, e spesso, niente affatto riconosciuto (per non essere riconoscibile e dunque pagato il giusto? per ignoranza? per sentimenti umani, troppo umani?). Ad esempio capita che anche la cura (o, come si dice tecnicamente nel settore: la curatela) resti senza paternità o maternità. Il nome di chi ha concretamente lavorato alla ricerca, all'editing, alla correzione e curatela complessiva di un testo, alla redazione di una quarta di copertina e di schede librarie destinate alla promozione mezzo stampa, alla distribuzione e quant'altro non compare nel frontespizio, o, al limite, nel colophon; non compare né comparirà mai da nessuna parte. Così quel titolo — a sua volta creatura che ha un padre o una madre — sembra il prodotto creativo e professionale di un uccellino che passava di là per caso.
Whitman, back cover of "The green book of birds of america", 1941

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