Allora per me si tratta di capire se il fegato del sarrabulho e il 
sangue con cui si lega con il resto degli ingredienti siano meno 
interiori della trippa. Per qualche motivo sarei propensa a dare ragione ad Altamante,  che lo sia maggiormente quest’ultima, ma è una suggestione 
attualmente non confortata da basi scientifiche (mi riferisco alla mia 
ignoranza in materia di anatomia). La metterei sul fatto che fegato e 
sangue sono dati, mentre la trippa si forma nella meditazione, nel 
silenzio e nell'immobilità. La trippa è talmente interiore che nemmeno 
il sangue riesce a irrorarla.
Comunque sia Antonio Tabucchi, in Requiem, ne scrive come di un piatto da sballo. Io non l'ho mai assaggiato quindi non lo so; quasi quasi lo metto nel programma della prossima visita a Lisbona.
 
 

 

1 commento:
Ciao,anch'io ho letto Requiem:) provalo,è magnifico,
non si deve avere paura di provare delle cose nuove.
sono portuguesa a proposito!
angela
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