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E le donne sui marciapiedi a lanciargli fiori
 di José Saramago
"Vedo dai sondaggi che la violenza sulle donne è l’argomento numero 
quattordici tra le preoccupazioni degli spagnoli, nonostante si contino 
tutti i mesi sulle dita delle mani, e  sfortunatamente non ci sono 
sufficienti dita, le donne assassinate da quelli che credono essere i 
loro padroni. Vedo anche che la società, nella pubblicità istituzionale e
 in singole iniziative civili, anche se un po’ alla volta, si rende 
conto che è un problema degli uomini e che solo gli uomini lo devono 
risolvere. Da Siviglia dall’Estremadura spagnola ci è giunta notizia, 
qualche tempo fa, di un buon esempio: manifestazioni di uomini contro la
 violenza. Fino ad oggi erano soltanto le donne a scendere in piazza per
 protestare contro i continui maltrattamenti subiti dalle mani dei 
mariti e compagni (compagni, triste ironia), che, mentre in moltissimi 
casi prendono la forma di fredda e deliberata tortura, non disdegnano 
l’assassinio, lo strangolamento, la pugnalata, lo sgozzamento, l’acido, 
il fuoco. La violenza da sempre perpetrata sulle donne ha trovato nel 
carcere in cui si è trasformata il luogo della coabitazione (ci 
rifiutiamo di chiamarla casa), lo spazio per eccellenza per 
l’umiliazione quotidiana, per il maltrattamento abituale, per la 
crudeltà psicologica come strumento di dominio. Il problema è delle 
donne, si dice, e questo non è vero. Il problema è degli uomini, 
dell’egoismo degli uomini, del malato sentimento possessivo degli 
uomini, della pigrizia degli uomini, questa miserabile codardia che li 
autorizza a usare la forza contro un essere fisicamente più debole e a 
cui è stata sistematicamente ridotta la capacità di resistenza psichica.
 Qualche giorno fa a Huelva, applicando le regole dei più grandi, alcuni
 adolescenti di tredici e quattordici anni hanno violentato una ragazza 
della loro stessa età affetta anche da una deficienza psichica, forse 
perché pensavano di aver diritto al crimine e alla violenza. Diritto a 
usare quello che consideravano loro. Questo nuovo atto di violenza di 
genere, più quelli avvenuti questo fine settimana, a Madrid una 
ragazzina assassinata, a Toledo una donna di trentatre anni uccisa 
davanti a sua figlia di sei, avrebbero dovuto far scendere in piazza gli
 uomini. Forse 100mila uomini, solo uomini, manifestando per le strade, 
mentre le donne sui marciapiedi a lanciargli fiori, questo sarebbe 
potuto essere il segnale di cui la società ha bisogno per combattere, 
dal suo interno e senza scrupoli, questa insopportabile vergogna. E la 
violenza di genere, con o senza la morte, cominci a essere uno dei primi
 dolori e preoccupazioni dei cittadini. È un sogno, è un dovere. Può non
 essere un’utopia."  
 
 
 
          
      
 
  
 
 
 
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