Paolo Mòdolo – che all'epoca aveva una minuscola sartoria in piazza Convento, dove lavorava un pugno d'ore la sera per arrotondare il salario di minatore –, all'imbrunire del 20 luglio 1969 mise sulla soglia della bottega, rivolta verso la piazza, la scatola sputaimmagini - sì, quella che i nostri hermanos già chiamavano la caja tonta. Arrivò la gente a frotte, con i mesicheddos e i galli da combattimento. Che ve lo dico a fare? Lo sapete già. Ero piccola come voi, fu una notte magica, e il giorno che seguì aveva una luce più polverosa.
 
Luna, luna, luna
         portami fortuna
         portami dinai
         po mi coiuai
         cun d'unu sennereddu
         bistiu a cappeddu
         bistiu a sordau
         arruttu a terra
         e squatarau.
Filastrocca sarda tradizionalmente cantata alle bambine
 
 

 

1 commento:
– Cosa fai in piedi così tardi?
– Sto contando le stelle.
– Ne conosci davvero tutti i nomi?
– Sì, certo.
– Quante ne hai contate?
– Cento.
– Ma sono molto più di cento...
– Lo so.
– Perché hai smesso?
– Cento sono sufficienti. Una volta che ne hai contate cento, tutte le atre centinaia sono uguali.
(Così il dialogo, ma a me piace soprattutto la conta con i nomi.)
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