Quando si è in un pasticcio, tanto vale goderne il sapore.
Confucio
Pastis – [pastis] nome maschile – 1915, senso II; ant. provenzale; lat. °pasticius; cfr. pastilz (XIV s.) paté à pasticcio. E non scordare Le Petit Robert.
I¨ (1928 pastisse). Bevanda alcolica all’anice, che si allunga con l’acqua (spesso designata con dei nomi di marca: Pernod - o “Pernocchio” -, Ricard, etc.). Da consumarsi di preferenza d’estate, su una spiaggia isolana. Cameriere, due pastis: lei sta uscendo dal mare, e già ne intravedo le goccioline salate che le carezzano il viso abbronzato, lì, guardi, le sfiorano le labbra, lievemente schiuse… Ecco, ora ci ha visto, sorride… (cfr. anche: pastis classico; Cala Luna, Capopassero; treccia e streccia, nera – e v.: Balli?, sognando ad occhi aperti un occhio verde ed uno nocciola, Paccare; ma anche v. Nunsosearivoaccapimme). Io lo avrei voluto alla menta: non vede che grandi occhi di corallo ha lui, che sembrano muschio, come è gentile? (cfr. anche: pappagallo; abbracciamipiano, e forte, pianoforte, mandolino, clarinetto, etc. – e v. Pomiciare, sempre sognando…; quindi - è il risveglio - v. Maquannumai). Io all’arancio, è il sapore della sua bocca (v. 12 Dicembre, 3, con agrumi, e felicità).
II¨ (1915, con l’idea di confusione, ma in senso solare). Familiare e regionale (specie nelle isole). Situazione caotica, ma creativa, tiepida, ronronante (e cfr. ron ron, quando il gatto fa le fusa). Il suo avambraccio sinistro mi fa impazzire: Dio, che pastis! (v. di nuovo Balli?, e cfr. la profetessa - ma perché? perché! - Rita Mitsuko: Les histoires d’amour finissent mal, en général…).
Giuseppe A. Samonà, Quelle cose scomparse, parole, Ilisso, Nuoro 2004, pp. 96-97.
Giuseppe A. Samonà, Quelle cose scomparse, parole, Ilisso, Nuoro 2004, pp. 96-97.
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