Costantino
 Nivola concepiva un’arte non avulsa dalla società e comunque mai 
sterilmente in contrapposizione. Riponeva una grande fiducia nei valori 
estetici come elemento capace di attenuare i contrasti sociali e gli era
 estranea quella che definiva "la poetica della desolazione americana". 
Tuttavia, in questa sua idea "non c’era nessuna retorica consolatoria – ha scritto Giuliana Altea, storica dell'arte, docente, critica, 
presidente della Fondazione omonima –, nessuna enfasi sulla bellezza 
che redime: era la stessa naturale ricerca di semplicità e armonia che 
l’artista applicava all’esistenza quotidiana, rispecchiata per esempio 
dalla cura che riservava alla propria casa, anche quando questa era 
molto modesta". 
Ciò detto, quel che invece è accaduto qualche giorno
 fa a New York, dove il playground delle Wise Towers realizzato da 
Costantino Nivola e Richard Stein nel 1964 (il più grande 
progetto pubblico di Nivola a New York) è stato distrutto "per dare 
vita a un progetto di rinnovamento dell’area", è emblematico di quanto la
 concezione estetica nivoliana non sia invece penetrata nella società 
americana. "I cavallini di Nivola, ispirati ai cavalli a dondolo 
dell’infanzia e alla statuaria orientale, sono stati rimossi, le gambe 
spezzate da colpi di mazza", leggiamo nella nota emanata dalla 
dirigenza del Museo Nivola di Orani. 
Per stare alla metafora, mi 
pare peggio che se invece di pulire e restaurare una casa storica di 
pregio la si fosse voluta radere al suolo. È sconcertante.
A questo 
punto mi pare legittimo domandarsi se c'è qualche possibilità di avere 
in Sardegna i cavallini che quelle verdi praterie americane non hanno 
saputo meritarsi...  
E noi, siamo sicuri di meritarceli?
Anch'io 
voglio avere "nivolianamente" fiducia e dico di sì, seppure – pensando a
 certe trascuratezze nostrane – annuisca tremando. Li aspettiamo.

 
 

 

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