1 ottobre 2013

Un geniale bricoleur

Durante cinque decenni di ricovero in un ospedale psichiatrico di Rio de Janeiro, Arthur Bispo do Rosário (n. 1910 ca a Japaratuba, Brasile; m. 1989 a Rio de Janeiro [n.d.B.]) ha prodotto ottocento arazzi, sculture e sontuose vesti cerimoniali per il Giudizio universale. Ex guardiamarina che viveva a Rio facendo lavoretti saltuari, Bispo nel 1938 ebbe una visione: Cristo e una schiera di angeli azzurri gli dissero che era stato scelto per presentare a Dio, alla fine dei tempi, il contenuto del mondo che riteneva degno di redenzione. Subito dopo aver raccontato questa apparizione, Bispo fu internato in manicomio, dove trascorse il resto della vita, continuando a inventariare meticolosamente ciò che credeva sarebbe stato chiamato a rappresentare Dio. Benvoluto dal personale ospedaliero, che gli risparmiò i trattamenti più brutali, fu lasciato libero di aggirarsi liberamente per la struttura e ottenne il permesso di raccogliere meteriale per il suo lavoro che, depositato nella soffitta in cui lavorava, con il passare degli anni inziò a invadere il resto dell'ospedale.
Molte delle opere sono ricamate, secondo un'arte usata nella sua città natale per creare stendardi religiosi. Con lenzuola, capi di abbigliamento scartati e scampoli di tessuto, e utilizzando spesso un filo azzurro ricavato dalle divise dell'ospedale, l'artista ha creato elaborati arazzi in cui sono catalogati nomi, navi e segnalazioni marittime, profezie, poesie, pittogrammi e testi che parlano dell'amore impossibile. Altre opere comprendono ordinati schieramenti di oggetti trovati o fatti a mano - attrezzi, suole di scarpe, cucchiai - che ricordano le sculture di artisti dell'avanguardia come Arman e Claes Oldenburg. Bispo creò anche intere flotte di navi in miniatura, eco del suo passato di marinaio e auspici del suo futuro ruolo: come Noè, Bispo raccoglieva il mondo nella sua arca da bricoleur.
Ho scoperto questo fantastico artista all'Arsenale di Venezia, Il palazzo Enciclopedico, 55. Esposizione Internazionale d'Arte. Riporto la nota contenuta a p. 51 nella guida alla Biennale 2013 edita da Marsilio. Le foto di seguito sono mie.


Nessun commento: