"[In] quest'epoca che rimbomba dell'orribile sinfonia dei fatti che producono notizia e delle notizie che sono colpevoli dei fatti [...]. Nei regni della povertà della fantasia, dove l'uomo muore di carestia spirituale senza accorgersi della sua fame spirituale, dove le penne sono intinte nel sangue e le spade nell'inchiostro [...]. Chi ha qualcosa da dire si facciavantietaccia"
31 ottobre 2015
25 ottobre 2015
Ritorno ad Atzeni
E ritorno con gioia, per preparare una lezione da tenere di fronte a un pubblico che mi sembra molto, molto motivato. La rilettura critica mi ha portato a fare anche nuove scoperte. E c'è uno scritto, per me sin qui inedito, che mi ha colpito, per motivi riguardanti altri autori e altri libri e, dunque, su una situazione che continua a ripetersi ab aeterno, e che di volta in volta viene affrontata dai singoli con più o meno stile. Ma di questo scriverò in altra sede.
«Un altro fatto inoppugnabile, il più incontestabile, sono i suoi
libri – che sono libri di un grande scrittore (non so quanto grande, lo
sapremo tra qualche tempo), ma grande abbastanza, come so dopo aver
letto Il figlio di Bakunìn, da rendere legittima questa conclusione:
quanto siano futili il pianto e la recriminazione che costantemente si
levano dalla microsocietà letteraria (da questa corporazione piagnona
come tante altre). Come si possono accusare di insensibilità gli
altri, i lettori, se i primi a non accorgersi di nulla sono gli
scrittori stessi, i letterati? Essi non si accorgono che dei successi
(altrui) e dei fallimenti (propri). Imprecano contro chi legge, perché
non legge; e contro chi pubblica, perché pubblica troppo o troppo poco –
senza rendersi conto di quanto più culturalmente avanzata, rispetto
alla maggior parte della letteratura, sia l’industria di cui essa va a
rimorchio.»
Franco Cordelli, “Il 'Quinto passo'
fatale”, L’Indipendente, 17-18 settembre 1995; sta in: Trovare racconti mai narrati, dirli con gioia, a cura di Giuseppe Marci e Gigliola Sulis, Cuec, Cagliari 2001, p. 15.
Iscriviti a:
Post (Atom)